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martedì 12 Dicembre 2023

Istat e Moody’s, inflazione e tassi frenano la crescita

L’elevata inflazione trainata dall’andamento dei prezzi dei beni energetici e l’intonazione restrittiva della politica monetaria nei principali paesi caratterizzano lo scenario internazionale, ponendo un freno alla crescita mondiale. Lo rileva l’Istat nella Nota mensile dalla quale emerge anche che nel terzo trimestre, il Pil italiano ha segnato, in base alla stima preliminare, un incremento più accentuato della media dell’area euro. “All’interno di uno scenario dominato da una generalizzata riduzione della fiducia dei consumatori, che a ottobre ha mostrato un ulteriore deciso peggioramento dei giudizi sulla situazione economica delle famiglie, l’evoluzione del mercato del lavoro è caratterizzata da un’ampia incertezza”, si legge nel report.

A ottobre, si sono mantenuti su livelli significativamente sfavorevoli le attese delle famiglie sull’occupazione mentre quelle delle imprese hanno oscillato sui livelli minimi del mese precedente, mostrando comunque un contenuto miglioramento tra le imprese manifatturiere e delle costruzioni. Nell’ultimo mese, la crescita degli occupati è avvenuta soprattutto tra i dipendenti permanenti (+0,5%) rispetto a quelli a termine (-0,6%). L’andamento di quest’ultimo segmento “”appare anticipata dall’evoluzione del fatturato delle imprese che svolgono attività di ricerca, selezione, fornitura di personale. La decelerazione di entrambi gli aggregati, che solitamente sono pro-ciclici, potrebbe costituire un ulteriore segnale di debolezza dell’attività economica nei prossimi mesi”.

Contemporaneamente, secondo l’agenzia di rating statunitense Moody’s l’economia italiana si contrarrà dell’1,4 per cento nel 2023 secondo cui la crescita reale delle economie del G20 rallenterà al 1,3 per cento l’anno prossimo, dato significativamente inferiore rispetto alla precedente stima del 2,1 per cento e in calo rispetto alla crescita stimata del 2,5 per cento per quest’anno. Peggio dell’Italia l’anno prossimo dovrebbe fare la Germania, con una contrazione dell’1,8 per cento.

Complessivamente, il Pil dell’Eurozona dovrebbe calare in calo dello 0,6 per cento, mentre gli Stati Uniti cresceranno di 0,4 punti percentuali. “L’economia globale è sull’orlo di una recessione in presenza di livelli di incertezza straordinariamente elevati, tra inflazione persistente, inasprimento della politica monetaria, sfide fiscali, cambiamenti geopolitici e volatilità dei mercati finanziari”, dichiara Madhavi Bokil, senior vice president, Csr di Moody’s Investors Service, uno degli autori principali del rapporto. “Tuttavia, entro il 2024 potrebbe emergere un periodo di relativa stabilità, se i governi e le banche centrali riusciranno a gestire le loro economie attraverso le sfide attuali”, aggiunge Bokil.

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