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martedì 28 Marzo 2023

Istat, accelerazione dell’inflazione a luglio: +1,9% sull’anno

Nel mese di luglio, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’1,9% su base annua (dal +1,3% del mese precedente); la stima preliminare era +1,8%.

L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve prevalentemente a quella dei prezzi dei Beni energetici (da +14,1% di giugno a +18,6%) e in particolare di quelli della componente regolamentata che registrano a luglio un’impennata della crescita (da +16,9% a +34,2%), mentre i prezzi della componente non regolamentata rallentano (da +12,8% a +11,2%). Contribuiscono all’accelerazione dell’inflazione, ma in misura minore, i prezzi degli Alimentari lavorati (che invertono la tendenza da -0,4% a +0,2%), quelli degli Alimentari non lavorati (che riducono la flessione da -1,1% a -0,2%), i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (la cui crescita passa da +1,0% a +1,3%) e la minore flessione di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da -1,4% a -0,2%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano rispettivamente a +0,6% e a +0,4% (entrambe da +0,3% di giugno).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+11,3%), cui si aggiunge quella dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%); in calo i prezzi degli Alimentari non lavorati (-1,6%).

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,6% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano una variazione tendenziale nulla (da -0,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +1,6% a +2,0%).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una diminuzione dell’1,0% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e un aumento dell’1,0% su base annua (da +1,3% di giugno); la stima preliminare era +0,9%. Il rallentamento dell’IPCA (diversamente dal NIC che accelera) si deve ai prezzi di Abbigliamento e calzature che su base annua registrano un’inversione di tendenza da +0,6% a -12,1% a causa del calo congiunturale (-18,2%) molto più ampio di quello di luglio 2020 (-6,4%), quando l’avvio dei saldi fu posticipato al primo agosto nella maggior parte delle regioni.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,9% su base annua.

Secondo il Codacons, questo rialzo dell’inflazione si tradurebbe in una maxi-stangata da +584 euro annui per la famiglia “tipo”.
“Brutte notizie per i consumatori italiani, con i prezzi al dettaglio che subiscono un fortissimo rialzo a luglio – afferma il presidente Carlo Rienzi – A trainare l’escalation dei prezzi è il caro-benzina, che ha portato a luglio all’abnorme aumento delle tariffe di luce e gas e a rincari generalizzati per il comparto dei trasporti (+5,2% su base annua), al punto che solo per gli spostamenti una famiglia con due figli è costretta a spendere oggi +281 euro all’anno”.
“Ma sui prezzi pesano in modo evidente anche le speculazioni legate alle vacanze estive degli italiani – prosegue Rienzi – L’Istat conferma in pieno l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal Codacons circa i rincari che si stanno registrando in Italia nel comparto turistico, e registra per i servizi di alloggio aumenti annui del +4,1% (+2,8% sul mese); i prezzi dei biglietti aerei crescono del +2,3% su base annua, +14% rispetto a giugno; i traghetti +16,8%; +22,5% la variazione congiunturale”.
“Un vera e propria stangata sulle vacanze degli italiani che, quest’anno, si ritroveranno a pagare sensibilmente di più per viaggiare in auto, spostarsi in aereo o traghetto e soggiornare presso le strutture turistiche” – conclude Rienzi.

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