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sabato 1 Aprile 2023

Intesa: risultato netto 1,7 mld, rettifiche Russia per 800 mln

Milano – Intesa Sanpaolo ha chiuso il primo trimestre del 2022 con un utile netto pari a 1.670 milioni di euro (+10,2% rispetto a 1.516 milioni del primo trimestre 2021), escludendo 0,8 miliardi di euro di rettifiche di valore per Russia e Ucraina, “pienamente in linea” con l’obiettivo di oltre 5 miliardi per l’anno in corso. L’utile netto contabile è pari a 1.024 milioni di euro e si confronta con quello pari a 179 milioni nel quarto trimestre 2021 e a 1.516 milioni nel primo trimestre 2021. Tutti i crediti cross-border verso la Russia sono in bonis e classificati a Stage 2, sottolinea il gruppo bancario. Il costo del rischio del primo trimestre 2022 annualizzato si attesta a 60 centesimi di punto (da 59 nell’esercizio 2021), a 18 se si esclude lo stanziamento per l’esposizione a Russia e Ucraina al netto di circa 0,3 miliardi di euro di rilascio dei circa 0,7 miliardi residui di rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di Covid-19 (da 25 nell’esercizio 2021 se si esclude lo stanziamento per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati).

Le commissioni nette sono pari a 2.286 milioni di euro, in diminuzione del 9,7% rispetto ai 2.532 milioni del quarto trimestre 2021. I costi operativi ammontano a 2.504 milioni di euro, in calo del 17,3% rispetto ai 3.027 milioni del quarto trimestre 2021. Il risultato della gestione operativa ammonta a 2.910 milioni di euro, in crescita del 46% rispetto ai 1.993 milioni del quarto trimestre 2021 e dello 0,2% rispetto ai 2.903 milioni del primo trimestre 2021. I coefficienti patrimoniali al 31 marzo 2022, calcolati applicando i criteri transitori in vigore per il 2022 e deducendo dal capitale 717 milioni di euro di dividendi maturati nel primo trimestre, risultano pari a: 13,8% per il Common Equity Tier 1 ratio (14,5% a fine 2021), 16% per il Tier 1 ratio (16,4% a fine 2021), 18,6% per il coefficiente patrimoniale totale (19,1% a fine 2021).

La banca ha conseguito una riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, pari a circa 4,8 miliardi di euro da fine 2021 – equivalente all’esposizione verso Russia e Ucraina – considerando il perfezionamento nello scorso aprile della cessione di 3,9 miliardi di euro già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021, pari a circa 54 miliardi dal picco di settembre 2015. L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari al 3% al lordo delle rettifiche di valore e all’1,4% al netto considerando il dato contabile al 31 marzo, pari rispettivamente al 2,2% e all’1,3% considerando il perfezionamento della cessione nello scorso aprile e al 2% e all’ 1,2% pro-forma tenendo conto della riduzione per le ulteriori cessioni previste nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021.

Il livello di copertura specifica dei crediti deteriorati è al 52,8% a fine marzo 2022, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 70,6%. Per il 2022 prevede: utile netto di oltre 4 miliardi di euro assumendo che non intervengano cambiamenti critici nell’offerta di materie prime/energia (rispetto a una stima di oltre 5 miliardi di euro fornita all’inizio di febbraio prima dell’invasione russa dell’Ucraina); utile netto ben superiore a 3 miliardi di euro anche con l’ipotesi molto conservativa di una copertura di circa il 40% dell’esposizione verso Russia e Ucraina, che implica il passaggio a Stage 3 della maggior parte dell’esposizione.

“Abbiamo rivisto l’outlook per il 2022 su base prudente e conservativa, ovvero come gestiamo sempre Intesa Sanpaolo. Infatti arriveremo a un livello superiore ai 4 miliardi di risultato netto, ipotizzando che non ci siano variazioni cruciali alle forniture di materie prime. Anche in uno scenario molto prudente, che prevede un’ipotesi molto conservativa di una copertura di circa il 40% dell’esposizione verso Russia e Ucraina, arriveremo a più di 3 miliardi di risultato netto”. Lo ha detto il CEO di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, durante la conference call con gli analisti finanziari per i risultati del primo trimestre dell’anno.”Continuiamo a mantenere il nostro obiettivo di risultato netto di 6,5 miliardi nel 2025 e lo stesso vale per il riacquisto e per il nostro payout ratio del 70% per ogni anno del piano – ha aggiunto l’AD – La forte creazione e distribuzione di valore continueranno ad essere la nostra priorità. Intesa San Paolo e il suo management di lunga esperienza e coeso ha sempre conseguito gli obiettivi che si è data, e sarà così anche quest’anno e gli anni a venire”.

“Nel primo trimestre abbiamo conseguito una solida performance operativa in un contesto sfidante – ha spiegato Messina – Grazie a un modello di business plan diversificato abbiamo conseguito un risultato netto di 1,7 miliardi, che è il miglior trimestre dal 2008 escludendo gli accantonamenti per l’esposizione russo-ucraina”. Secondo il banchiere, “il piano si muove a pieno ritmo con tutte le nostre persone impegnate e sulle iniziative industriali chiave, che sono ben avviate”. Per quanto riguarda il primo pilastro del piano, ovvero il massivo de-risking upfront, la banca ha conseguito “una riduzione dello stock di crediti deteriorati lordi di 4,8 miliardi di euro, equivalente all’esposizione Russia-Ucraina, riducendo l’NPL ratio netto sotto l’1%”. “Abbiamo fatto un deleveraging per 26 trimestri di consecutivi, con una riduzione totale di deteriorati di quasi 55 miliardi dal picco di settembre del 2015 – ha evidenziato – Grazie a questo risultato veramente impressionante, tra i migliori in Europa, il costo del rischio è già in linea con quello di una banca a zero deteriorati, praticamente siamo una banca nordica”.

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