Tra le strozzature sulla catena distributiva e le attuali preoccupazioni sull’andamento del Covid-19, la crescita dell’attività economica dell’eurozona è fortemente rallentata, riducendosi maggiormente nel manifatturiero ma indicando un indebolimento anche nel terziario. Allo stesso tempo, i prezzi sono volati a record storici con le aziende che hanno trasferito i costi ai clienti con aumenti senza precedenti.
Così si legge nel comunicato ufficiale di IHS Markit, seconco cui l’Indice Composito dell’Eurozona di ottobre è diminuito per il terzo mese consecutivo, posizionandosi su 54.3 da 56.2 di settembre. “Il declino segna un ulteriore calo del tasso di espansione rispetto al record in 15 anni di luglio” sottolinea.
L’espansione è particolarmente rallentata soprattutto in Germania, crollando ai ritmi più lenti da febbraio, ed in Francia, scivolando al tasso più debole da aprile. Settorialmente, per il secondo mese consecutivo la prestazione del terziario ha superato quella del manifatturiero. Quest’ultimo ha registrato il quarto mese consecutivo di rallentamento con l’incremento più debole della produzione degli scorsi 16 mesi.
Se il rallentamento del terziario riflette in parte l’infiacchimento della ripresa estiva dal crollo dell’attività di inizio anno, le prestazioni particolarmente deboli sono state quelle del settore viaggi, turismo e attività ricreative, rispecchiando le preoccupazioni sul Covid-19.
Nel frattempo, la carenza dell’offerta è stata nuovamente considerata ad ottobre la ragione principale dell’innalzamento dei prezzi di molti tra i beni e servizi, causando un aumento record storico dei prezzi di acquisto delle aziende. Nel manifatturiero si è registrato un aumento dei prezzi d’acquisto senza precedenti mentre i costi sostenuti dal terziario hanno indicato il più forte tasso di rialzo da settembre del 2000. L’inflazione dei prezzi di vendita è conseguentemente accelerata con le aziende che hanno trasferito l’aumento dei costi ai clienti, salendo a velocità record in quasi due decenni di raccolta dati comparabili sia nel manufatturiero che nel terziario.
Guardando al futuro, il livello di ottimismo è diminuito per il quarto mese consecutivo, segnando il valore minimo da febbraio. Anche se le previsioni si sono lievemente schiarite nel terziario, la fiducia del manifatturiero ha indicato il valore minimo in un anno, principalmente a causa delle preoccupazioni sul prolungamento degli effetti pandemici sulla catena distributiva e sui prezzi.
“Mentre il tasso generale di crescita economica resta per ora al di sopra della media a lungo periodo, i rischi a breve termine sono orientati al ribasso, con la pandemia che continua a influenzare negativamente le economie e spingere i prezzi al rialzo. Dopo la forte espansione del secondo e del 3 of 4 terzo trimestre, la crescita del PIL del quarto trimestre appare molto più debole”, ha dichiarato Chris Williamson, chief business economist presso IHS Markit.