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venerdì 31 Marzo 2023

Dollaro neozelandese,consolidamento nel breve e rafforzamento nel medio-lungo

Secondo gli analisti di Intesa Sp, l’inattesa debolezza della crescita del
Paese, con l’inflazione domestica che non desta preoccupazioni, potrebbe
richiedere nuovi stimoli portando i tassi in territorio negativo

Nel quarto trimestre 2020, scrivono nel loro report gli analisti di Intesa Sp, Paolo Leoni,
Fulvia Risso e Mario Romani, l’economia neozelandese ha registrato un’inattesa battuta
d’arresto legata al calo degli investimenti delle aziende. Sebbene non sia probabile un
ritorno in recessione, la svolta definitiva sarà fornita solo dalla riapertura globale dei
confini.
Dopo essere tornata ai livelli pre-Covid nel terzo trimestre, grazie a un vigoroso rimbalzo,
l’economia neozelandese si è sorprendentemente contratta nel quarto trimestre dello
scorso anno: i punti di maggiore debolezza sono stati l’attività edilizia non residenziale
(anche se le infrastrutture hanno continuato a beneficiare del piano governativo 2019) e la
fondamentale attività turistica.
Dal lato della domanda si è assistito a un calo degli investimenti fissi, riflesso
dell’incertezza da parte degli operatori economici circa la possibilità per una piccola
economia di poter continuare l’espansione basandosi solo su politiche fiscali e monetarie
interne, senza la globale riapertura dei confini internazionali.
La prudenza delle aziende negli investimenti dovrebbe quindi essersi mantenuta anche nel
primo trimestre 2021, anche se è improbabile che sia avvenuto un ritorno in recessione,
data la forza dei consumi e del mercato delle case (il cui surriscaldamento ha richiesto
apposite riforme fiscali).
Anche l’occupazione è migliorata nel primo trimestre, ma è probabile che il processo
continui lentamente deprimendo la crescita dei salari e l’inflazione. La vera svolta per
l’economia della Nuova Zelanda avverrà quando la diffusione internazionale dei vaccini
consentirà la ripresa del turismo internazionale che guiderà le imprese su un sentiero di
forte ampliamento degli investimenti. Tale scenario potrebbe delinearsi già nell’anno in
corso.
Politica monetaria
L’inattesa debolezza della crescita, con l’inflazione domestica che non desta
preoccupazioni, potrebbe richiedere nuovi stimoli e con lo spazio limitato per potenziare il
QE la RBNZ potrebbe portare i tassi in territorio negativo.
Lo scenario interno pone la Banca centrale neozelandese in una condizione simile a
quella australiana. Con l’accelerazione dei prezzi che al momento non sembra essere un

tema per la politica monetaria e una crescita deludente, l’orientamento della RBNZ resta
espansivo.
Il tasso ufficiale è al minimo storico da oltre un anno, ma la riunione di aprile si è conclusa
con un più esplicito easing bias (propensione verso un altro taglio): in febbraio, il consiglio
direttivo era “pronto a fornire, se necessario, ulteriori stimoli monetari”, mentre ora è
”preparato ad abbassare l’OCR se richiesto”.
L’azione sui tassi si lega anche alla percezione che il programma di acquisto titoli,
tipicamente utilizzato delle Banche centrali per potenziare le condizioni espansive in un
contesto di tassi a zero, stia arrivando al limite della propria possibilità di utilizzo: sorprese
positive sul fronte delle entrate fiscali hanno infatti ridotto le necessità di finanziamento in
un paese già poco indebitato, limitando a sua volta l’ammontare di titoli acquistabili dalla
RBNZ.
Nel complesso, dato il contesto globale, difficilmente l’Istituto centrale deciderà di tagliare i
tassi, almeno in tempi stretti, ma non si può escludere che la prossima mossa sia in
questa direzione.
Outlook sulla valuta
Il rialzo delle commodity sostiene la ripresa del paese e rafforza la posizione attendista
della RBNZ. Un quadro che favorirà un consolidamento della valuta neozelandese, nel
breve, lasciando spazio a un possibile apprezzamento nel medio-lungo periodo.
Il dollaro neozelandese (così come il dollaro australiano) continua a beneficiare di una
certa ricerca di redditività da parte degli investitori, visto il prosieguo delle campagne
vaccinali in molti Paesi, un fattore che tiene sotto controllo le tensioni sui mercati.
Questo favorisce l’allocazione della liquidità sulle valute più redditizie, anche a fronte di
una volatilità maggiore, a scapito di quelle difensive. In aggiunta, un quadro economico
non particolarmente critico e una RBNZ attendista sui tassi, hanno consentito un
consolidamento del dollaro neozelandese sia contro dollaro che contro euro.
L’ipotesi poi che la Banca centrale possa abbandonare definitivamente l’idea di ulteriori
tagli dei tassi, vista la buona reazione dell’economia alle misure poste in campo, rafforza
l’idea, più di lungo periodo, che la valuta neozelandese possa ulteriormente apprezzarsi.
Un quadro che trae ulteriore giovamento dal rialzo delle commodity agricole e dei metalli
industriali, due risorse che rappresentano un fattore importante nel Pil del paese. In
conclusione, lo scenario tratteggiato supporta il dollaro neozelandese, che è visto
consolidare nel breve rispetto all’euro e accentuare la sua forza nel medio-lungo periodo.
Outlook sui bond: la curva dei titoli di stato in dollari neozelandesi ha subito un
irripidimento che ha visto penalizzati i bond sulle scadenze più lunghe. In prospettiva, lo
scenario domestico, e le scelte della RBNX potrebbero tornare ad essere i driver principali
per il settore e contenere le pressioni esogene verso l’alto dei tassi. Manteniamo la view
Moderatamente Positiva.
I rendimenti dei titoli neozelandesi sono saliti negli ultimi tre mesi con un deciso
irripidimento della curva delle scadenze che ha visto penalizzai i bond più lunghi, mentre
sul segmento breve i tassi hanno subito rialzi contenuti.

La performance non subisce variazioni rilevanti una volta convertita in euro, sulla scia di
una debolezza solo marginale del cambio nel periodo di riferimento. I recenti movimenti
dei bond neozelandesi appaiono coerenti con le dinamiche internazionali, con i tassi in
salita in molte economie avanzate ed emergenti, ma meno in linea con lo scenario
domestico. Proprio le prospettive interne di crescita e soprattutto d’inflazione, che resta
molto contenuta, oltre alle scelte della Banca centrale potrebbero tornare a prevalere per
le valutazioni dei bond rispetto a fattori esogeni.
La scarsità di titoli in offerta e la conseguente decisione della RBNZ di tornare ad agire sul
target rate, se necessario, dovrebbe riflettersi in un buon supporto soprattutto sui titoli di
stato con le scadenze più brevi, mentre le prospettive sul tratto lungo saranno
condizionate, oltre che dal clima globale, anche dalle prospettive interne d’inflazione,
decisamente più contenute di quelle statunitensi e che potrebbero spingere verso il basso i
tassi di mercato.
Nel complesso, in un contesto internazionale che punta ad una restrizione delle condizioni
monetarie, la direzione opposta scelta dalla RBNZ e coerente con lo scenario domestico ci
porta a confermare la view Moderatamente Positiva.

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