“Nel secondo trimestre del 2021 il PIL in termini reali avrebbe segnato un recupero, dopo la diminuzione dello 0,3 per cento nel primo trimestre. Il calo dei tassi di contagio e la graduale riapertura dei settori a più elevata intensità di contatto hanno stimolato la fiducia delle imprese e delle famiglie. Al momento, tuttavia, strozzature dal lato dell’offerta stanno limitando il ritmo di espansione nel settore manifatturiero. Sebbene le prospettive stiano migliorando, l’incertezza resta elevata, principalmente in relazione alla rapida diffusione di varianti del coronavirus in alcuni paesi dell’UE, che potrebbero inasprire le misure di contenimento”, si legge così nel bollettino economico diffuso questa mattina dalla Bce.
Secondo la Banca Centrale Europea i rischi al ribasso sono legati soprattutto ai timori derivanti dalla pandemia e alla possibilità che le carenze dal lato dell’offerta si rivelino più persistenti. Al contempo, i rischi al rialzo per la crescita deriverebbero principalmente da una ripresa dei consumi privati più vigorosa di quanto atteso, nel caso in cui le famiglie utilizzassero più rapidamente del previsto i risparmi accumulati durante la pandemia.
Bce, maggio il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro è sceso, ancora supportato dalle misure di integrazione salariale
A maggio il tasso era pari al 7,9 per cento, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente, ma ancora superiore di circa 0,6 punti percentuali in confronto al dato di febbraio 2020, precedente la pandemia. Il numero dei lavoratori interessati dalle misure di integrazione salariale è in diminuzione, ma resta elevato: a maggio era pari a circa il 5 per cento della forza lavoro. Nel primo trimestre del 2021 l’occupazione è scesa dello 0,2 per cento, dopo un incremento dello 0,4 per cento nel quarto trimestre del 2020. Nello stesso periodo l’occupazione era di circa il 2,1 per cento inferiore al valore relativo al quarto trimestre del 2019. L’indicatore del PMI composito mensile relativo all’occupazione per industria e servizi è salito a 55,6 a giugno, dopo il 53,8 di maggio, mantenendosi dunque al di sopra del livello soglia, pari a 50, che indica un’espansione dell’occupazione. L’indice PMI relativo all’occupazione è salito notevolmente rispetto al minimo storico registrato ad aprile 2020 e si colloca attualmente sul livello più elevato da gennaio 2018.
Bce, inflazione potrebbe aumentare nei prossimi mesi
Secondo le stime diffuse dall’Eurostat il 16 luglio 2021, nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC è lievemente diminuita, passando dal 2 per cento in maggio all’1,9 per cento in giugno. Tuttavia, è probabile che nei prossimi mesi l’inflazione torni ad aumentare, soprattutto di riflesso agli effetti base derivanti dalla riduzione temporanea dell’IVA in Germania. Nell’anno in corso le pressioni all’origine sui prezzi dovrebbero aumentare in certa misura, per effetto dei vincoli temporanei dal lato dell’offerta e della ripresa della domanda interna. Tuttavia, ci si attende che le pressioni sui prezzi rimangano complessivamente contenute, riflettendo in parte spinte salariali moderate, nel contesto di una significativa capacità produttiva inutilizzata, nonché gli effetti del passato apprezzamento dell’euro.
Agli inizi del 2022 l’inflazione dovrebbe diminuire nuovamente, per il ridursi dell’effetto dei fattori transitori. Con il venir meno dell’impatto della pandemia, il riassorbimento della consistente capacità produttiva inutilizzata, sostenuto da politiche monetarie e di bilancio accomodanti, dovrebbe contribuire a un graduale incremento dell’inflazione di fondo nel medio termine. Le misure della compensazione dell’inflazione a più lungo termine ricavate dai mercati sono rimaste sostanzialmente invariate, mentre gli indicatori più recenti basati sulle indagini hanno segnato un aumento.