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lunedì 11 Dicembre 2023

Bce: avanti con aumento tassi fino al 2023, la recessione sarà lieve e breve

Milano – La BCE avvierà la riduzione del bilancio (Quantitative tightening) e delle obbligazioni detenute “sicuramente nel 2023”. E’ quanto afferma il vicepresidente dell’istituto centrale Luis De Guindos in un’intervista a Politico secondo cui l’operazione avverrà “con tantissima prudenza”. “Dal mio punto di vista potremmo iniziare non reinvestendo nei i titoli in scadenza in portafoglio”, il cosiddetto Qt ‘passivo.

Sui tassi: “Continueremo ad aumentare fino a un livello che garantisca che l’inflazione ritorni in linea” con la stabilità dei prezzi, ma “tale livello dipenderà dai dati che riceveremo, dall’evoluzione dell’inflazione, dalle condizioni economiche, dalla domanda e dai prezzi dell’energia”, dice de Guindos spiegando che “il tasso neutro è un concetto teorico molto interessante. Ma non penso che sia molto utile per la definizione delle politiche perché non è osservabile e si muove nel tempo”. De Guindos poi aggiunge: “a mio avviso, c’è un’alta probabilità che la crescita nel quarto trimestre di quest’anno sia negativa. È probabile che la crescita negativa trimestre su trimestre continui nel primo trimestre del 2023, il che significa che dovremmo affrontare una recessione tecnica. Tuttavia, non credo che sarà molto profonda”.

Su questo punto si è detto d’accordo, da ultimo, anche Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana: “I tassi di sconto sono cresciuti, in più l’Italia si è dimenticata degli alti tassi che c’erano con la lira, ci siamo abituati a tassi a zero – ha detto a Radio24 -. Questa sarebbe l’occasione per attuare dei provvedimenti fiscali per attrarre fondi internazionali per grandi investimenti, l’Italia ha mille potenzialità per energia pulita. Sintomi di recessione in termini matematici non si vedono ancora – ha aggiunto -, ma attenzione noi abbiamo delle normative che non guardano al passato sui prestiti. Prevediamo fenomeni e accantoniamo risorse per evitare recessione” ha detto Patuelli.

Sul nuovo incremento dei tassi, ad ogni modo, si è detto d’accordo pure il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, secondo cui quanto più l’inflazione rimane elevata, tanto più difficile diventa per la politica monetaria ripristinare la stabilità dei prezzi. “Ciò aumenterebbe il rischio che l’inflazione si solidifichi a un livello elevato nel medio termine”, ha avvertito il banchiere centrale tedesco evidenziando come continuerà a lavorare “per garantire che come Consiglio direttivo” della Bce “non ci fermiamo troppo presto, ma proseguiamo a spingere in maniera ostinata la normalizzazione della politica monetaria, anche se le nostre misure frenano lo sviluppo economico”.

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