Milano – “Il successo dell’Italia è fondamentale per il gruppo ed il nostro Paese resta il mercato principale di UniCredit rappresentando circa il 47% del business complessivo della banca” ha sottolineato ieri in un’intervista con l’Ansa il Deputy head Italia di Unicredit, Remo Taricani. “In estate abbiamo varato una riorganizzazione proprio con l’obiettivo di sprigionare – ricorda il manager – tutto il potenziale di UniCredit Italia e di accelerare l’esecuzione del nostro piano strategico, semplificando il processo decisionale e confermando l’Italia come una geografia autonoma all’interno del gruppo dotata di pieni poteri, il tutto senza nessun impatto sui livelli occupazionali”.
“Il recente accordo con i sindacati italiani va in questa direzione. Non è usuale – rileva Taricani – nel nostro settore firmare un accordo che mantiene un perfetto equilibrio tra entrate e uscite. E’ per noi un investimento in favore dell’occupazione giovanile nel Paese, che ci permetterà anche di rafforzare il ricambio generazionale già avviato con il piano industriale UniCredit Unlocked con nuove competenze in grado di aiutarci ad affrontare – conclude – le grandi sfide legate all’innovazione che come banca dovremo affrontare nel prossimo futuro”.
L’obiettivo della recente partnership nel risparmio gestito fra Unicredit ed Azimut nel risparmio gestito, annunciata venerdì scorso, “non è quello di acquisire masse extra, ma di offrire ai nostri clienti il miglior prodotto” ha affermato invece l’Ad di Unicredit, Andrea Orcel, nel corso di una conferenza stampa. Il manager ha sottolineato che l’M&A non è “la strategia giusta” nel settore dell’asset management dove per vincere bisogna competere sulle masse andando “ad un certo livello di scala” o sulle nicchie “dove uno aggiunge molto valore: a me interessa vendere il miglior prodotto ai clienti che ho già, e semmai di aumentarli in seguito”.
L’accordo serve alla banca per “ricostruire la catena di valore nell’asset management” – ha aggiunto – e per ricostruire “ad una ad una” le fabbriche di prodotto. Orcel ha ha aggiunto che l’impatto sui conti della partnership con Azimut “li vedremo dal 2024 in avanti” perché “ci sono dei tempi tecnici per la costruzione della fabbrica e per farla partire”. L’obiettivo della partnership è duplice: “vogliamo dare un servizio migliore ai nostri clienti e lo facciamo per guadagnarci, ci aspettiamo di ottenere entrambe le cose”.
“Se la partnership, come credo, avrà successo è replicabile in altri posti”, ha sottolineato l’Ad di Unicredit, aggiungendo che allo scadere dell’attuale accordo con Amundi fra 5 anni “o ci saranno altre partnership o ci saranno altri partner”. Il Presidente di Azimut Pietro Giuliani ha ricordato che l’azienda “ha una base clienti di circa il 50% fuori dall’Italia ed è disposta ad aumentare il peso dell’Italia e dell’Europa, purché venga alla luce un campione nazionale nell’asset management: è un prezzo che si può pagare”, ha concluso.