Milano – L’universo di Elon Musk si espande: Twitter si va infatti ad affiancare al colosso delle auto elettriche Tesla e a SpaceX per la conquista di Marte, oltre che a Neuralink e The Boring Company, la società specializzata in servizi di costruzioni di infrastrutture e tunnel salita anche alle cronache per aver venduto a tempo limitato un ‘lanciafiamme’. Pur diversificando l’impero di Musk, Twitter potrebbe rivelarsi come uno dei maggiori grattacapi per l’uomo più ricco del mondo, sostenitore della libertà di parola a tutti i costi e per tutti. Una posizione per la quale è già stato travolto di critiche e che, guardando avanti, lo esporrà ancora di più. C’è infatti chi ha già bollato le elezioni presidenziali del 2024 ‘Elon Election’. Musk ha mosso i suoi primi passi a 12 anni con l’invenzione di un videogioco, Blastar, poi venduto per 500 dollari. Nel 1995 ha fondato Zip2 insieme al fratello Kimball, e l’ha poi ceduta qualche anno dopo a Compaq per 307 milioni. La vendita frutto’ a Musk i suoi primi 22 milioni, un tesoretto con il quale ha gettato le basi del suo impero. Nel 1999 ha fondato X.com, divenuta successivamente PayPal. Nel 2006 si è schierato a sostegno di SolarCity, società di energie rinnovabili fondata da due suoi cugini e acquistata successivamente da Tesla.
Tesla è infatti la sua prima creatura, quella che lo ha portato alla ribalta sul palcoscenico mondiale. Il miliardario l’ha co-fondata e nel 2008 ne ha assunto le redini: da allora Tesla – a dispetto delle cassandre – si è imposta a livello globale e spinto la sua attività al di la’ della sola produzione di auto. Tesla conta infatti gigafactory in giro per il mondo ed è una delle societa che vale di più al mondo. Poi c’è stata SpaceX, fondata nel 2002 e divenuta una delle protagoniste dell’industria spaziale, con soddisfazione del miliardario-visionario ossessionato dalla conquista di Marte. L’obiettivo di lungo termine di SpaceX è infatti quello di raggiungere il pianeta rosso e costruirci una città. Neuralink è un altro gioiello di casa Musk. Specializzata in intelligenza artificiale sta lavorando a un progetto per collegare direttamente il cervello a una macchina, un dispositivo, con sviluppi potenziali enormi a partire dal campo sanitario. Il chip può infatti consentire a un computer di tradurre in azioni in tempo reale i pensieri di una persona. The Boring Company vale 5,67 miliardi ed è stata fondata dal magnate nel 2016 con l’obiettivo di costruire hyperloop ad alta velocità come sistemi di trasporto nelle città. Twitter è l’ultima aggiunta all’impero del miliardario, che con la piattaforma ha un rapporto di amore e odio. L’ha acquistata al termine di 10 mesi di scalata a suon di annunci, retromarce, scontri, polemiche, accuse, e continui colpi di scena. Un braccio di ferro vinto e da subito ha impresso il suo stampo cacciandone i vertici.
Musk ha rassicurato gli inserzionisti che ne farà un posto “sicuro” per i loro marchi, ma la paura generale è che il social diventi il regno senza limiti dei troll, degli insulti ai personaggi pubblici, dei sovranisti in attesa del ritorno del personaggio più famoso bannato dalla piattaforma: Donald Trump. Secondo il Wall Street Journal, molti inserzionisti hanno dato indicazione di fermare la pubblicità alle prime avvisaglie del nuovo corso. Unipol ha preso parte, unico soggetto italiano e tra i pochi in Europa, al club deal di investitori internazionali che ha affiancato l’acquisizione da 44 miliardi di dollari. Non è al momento noto l’ammontare dell’investimento del gruppo italiano, che comunque dovrebbe essere limitato a una piccola partecipazione. L’ingresso di Unipol appare dettato, oltre che da logiche finanziarie, anche dalla scelta di espandersi verso una serie di ecosistemi industriali contigui al core business assicurativo all’interno dei quali la leva tecnologica riveste un ruolo fondamentale. Secondo i dati raccolti dalla Direzione Innovazione di Volocom, nell’ultimo mese Musk e Twitter hanno generato sui social un engagement di quasi 1 milione, pari a 867.110mila interazioni totali.
Finora la maggior parte degli utenti dei social network, quasi il 64%, manifesta il suo malcontento e solo il 26,41% si dice soddisfatto di questa svolta per la piattaforma di microblogging. E’ proprio Twitter, anche se di poco, il social nel quale questo argomento è stato più dibattuto, con quasi il 47% delle citazioni. I complottisti ritengono che l’operazione faccia parte di accordo politico orchestrato dal presidente russo Vladimir Putin. Non manca anche dello scetticismo riguardo le ‘buone intenzioni’ del nuovo patron, che da mesi dice di voler proteggere la libertà di parola sulla piattaforma. Il fronte dei favorevoli, seppur ridotto, è comunque presente e viene apprezzato soprattutto il gesto di licenziare gran parte dei ‘moderatori’ (con una liquidazione milionaria), seguita dall’azzeramento del Cda che ha supervisionato Twitter durante la sua vendita. Musk ha dichiarato che diventare amministratore unico della società era previsto dal contratto di acquisto del social.
Ieri ha annunciato, in un tweet, il prossimo lancio di un abbonamento da 8 dollari al mese per gli utenti che vogliono far certificare i propri account come autentici ed essere meno esposti alla pubblicità. Il social network offre un abbonamento alle funzioni a pagamento dallo scorso anno ma Musk vuole un nuovo programma, più costoso, che diversifichi i flussi di entrate della piattaforma. L’attuale sistema per chi ha o non ha la spunta blu – scrive Musk – è una cavolata. Potere al popolo! Blu per 8 dollari al mese”. Il prezzo – spiega – è aggiustato per paese in proporzione alla parità di potere d’acquisto. Si potrà ottenere priorità nelle risposte, nelle menzioni e nella ricerca, tutto essenziale per evitare spam e truffe. Inoltre, possibilita’ di pubblicare video e audio lunghi e pubblicita’ dimezzata. Inoltre – ma manca la conferma ufficiale – si appresterebbe a licenziare un dipendente su quattro.
Già da qualche giorno agli utenti non connessi viene mostrata una pagina che rimanda ai contenuti della piattaforma. Prima di venerdì c’era il form per linkarsi o nel caso iscriversi. Il messaggio è chiaro e non ha molti doppi sensi: una scelta simile avrebbe richiesto mesi di discussioni, ora decide il miliardario di Pretoria. Testimoni hanno riferito che per tutto il fine settimana il miliardario si è barricato nel quartier generale di Twitter a San Francisco, circondato dai fedelissimi, con una flotta di Tesla parcheggiata all’esterno, protetto da uno stuolo di guardie di sicurezza. Se da una parte il tycoon cerca di dare un segnale di cambiamento dell’azienda dall’interno verso l’esterno. Dall’altra voci ben informate che ci sono già gruppi di fedelissimi al lavoro sui licenziamenti. Non del board, quello Musk lo ha già fatto, ma dei 7.500 lavoratori dell’azienda. Quanti?
Secondo indiscrezoni del Washington Post, il 25%. Un piano di cui i dipendenti sono all’oscuro (la società deve ancora rilasciare l’annuncio ufficiale dell’acquisizione prevede licenziamenti a partire dal 1 novembre. Domenica Musk ha twittato che la segnalazione di imminenti licenziamenti su Twitter era “falsa”. A occuparsi della faccenda sarebbe Alex Spiro, legale che rappresenta Musk da diversi anni. Spiro sta assumendo un ruolo attivo nella gestione di diversi team di Twitter, tra cui il team legale, quello delle relazioni governative, delle policy e del marketing. Tutti i settori saranno colpiti da questa sforbiciata, secondo il Post, ma i tagli colpiranno in particolare il dipartimento vendite, prodotti, ingegneria, e legale. Secondo i documenti visualizzati dal quotidiano, dopo gli ingegneri, alcuni dei dipendenti più pagati di Twitter lavorano nelle vendite, dove molti guadagnano più di 300 mila dollari. Ma, oltre il restyling, probabilmente Musk sta già guardando al prossimo affare, da inglobare nel suo regno. In che direzione volgerà da oggi il suo sguardo?