Milano – Lo scenario generale resta in evoluzione e, ovviamente, delicato. Tradotto: non è ancora tempo per cantare vittoria ma il peggio potrebbe essere alle spalle. Persino in caso di interruzione totale dei flussi di gas dalla Russia – oggi al 9% del fabbisogno totale, 40% a febbraio – l’inverno non dovrebbe rappresentare un problema per l’Ue che sembrerebbe essere corsa ai ripari per tempo lavorando su un doppio fronte: riempimento degli stock da un lato e misure anti rincari dall’altro, che dovrebbero riuscire a far scendere il prezzo del gas, fino quasi a dimezzarsi, dopo l’impennata dei mesi scorsi. È questa la previsione della banca d’affari americana Goldman Sachs.
Rispetto ai valori attuali il prezzo del gas dovrebbe infatti scendere sotto i 100 €/MWh entro il primo trimestre del 2023 in caso di condizioni climatiche nella media durante l’inverno, prima che ricominci la risalita in estate quando si ripeterà la corsa degli operatori a riempire gli impianti di stoccaggio. “La riduzione indefinita delle esportazioni di Nord Stream 1 a zero lascia l’Europa nord-occidentale senza gas russo in futuro. Sebbene spesso ci si chieda cosa succederà agli stoccaggi, riteniamo che un approccio migliore sia quello di chiedersi cosa succederà ai prezzi, in modo che gli stoccaggi continuino a crescere secondo le necessità”, scrive Goldman Sachs.
Intanto, secondo quanto rivelato dal Financial Times, cresce l’ottimismo tra i trader europei di gas naturale che, pur mantenendo la necessaria cautela, si spingono ad azzardare che i prezzi potrebbero aver raggiunto il picco massimo. Del resto, la discesa sembra essere iniziata dal 26 agosto, quando il prezzo del gas all’ingrosso in Europa ha raggiunto un massimo intraday di 343 euro per megawattora – l’equivalente di quasi 580 dollari al barile in termini di petrolio. I prezzi, fa comunque notare FT, restano comunque in un territorio di grande rialzo, ossia quasi 10 volte il livello medio dell’ultimo decennio.
Sul caro energia è intervenuto nel weekend anche Corrado Passera, ceo e fondatore di illimity Banke, secondo il quale serve un mix di azioni per far respirare il sistema imprenditoriale italiano e l’intera Europa deve muoversi unita dimostrando alla Russia di saper resistere. ‘Sull’energia – ha detto all’Adnkronos – dobbiamo aggiustare i meccanismi di definizione dei prezzi, aumentare le fonti di energia, ridurre i consumi e fare una grande operazione di resistenza. Noi dobbiamo dimostrare alla Russia che l’Europa può resistere, può resistere a lungo, è unita e solo se dimostreremo questo potremmo arrivare a una pace duratura e alla fine della crisi”.
Secondo Passera si deve intervenire sulla ”commistione sbagliata tra il prezzo del gas e il prezzo dell’elettricità. Una commistione che viene esasperata dai meccanismi marginali che presiedono al funzionamento delle due Borse di Amsterdam e Lipsia”. Questo ”è un meccanismo da aggiustare, dipende soltanto da noi e si può fare”. Poi è ovvio che in termini di consumo ”dovremmo arrivare addirittura a dei razionamenti per un certo periodo”. Quanto al tema delle altre fonti ”mi ritorna in mente come affrontammo questo tema nel 2012: si avviò il Tap, e oggi si potrebbe raddoppiare l’attuale portata di 8-10 miliardi di metri cubi”.
“Si alzò il limite delle estrazioni dai giacimenti italiani da 8 a 14 miliardi – ha spiegato – e purtroppo ne frattempo le estrazioni invece di aumentare, sono diminuite; si avviò la predisposizione di due rigassificatori a Porto Empedocle e a Gioia Tauro per un totale di 20 miliardi di metri cubi, progetti non realizzati e si liberalizzò lo storage per aumentare le capienze. Molti degli interventi necessari avranno comunque tempi medio lunghi per essere realizzati. Può darsi che i singoli Paesi non siano in grado di resistere con proprie risorse e dobbiamo prendere spunto da quanto siamo riusciti a fare durante il Covid con il Next Generation Europe”.