L’inflazione nell’area OCSE è salita al 4,3% nei 12 mesi fino ad agosto 2021, rispetto al 4,2% di luglio, proseguendo la tendenza al rialzo iniziata a dicembre 2020. Nell’area dell’euro, l’inflazione annua è fortemente salita al 3,0% ad agosto 2021, dal 2,2% di luglio, ma è rimasto inferiore a quello dell’area OCSE nel suo complesso, in particolare rispetto agli Stati Uniti, dove l’inflazione annua si è attestata al 5,3% nello stesso periodo.
I prezzi dell’energia nell’area OCSE sono aumentati ad agosto (18,0%) ad un ritmo più veloce rispetto a luglio (17,4%) raggiungendo il tasso più alto da settembre 2008. Anche l’inflazione dei prezzi alimentari è aumentata notevolmente al 3,6%, rispetto al 3,1% di luglio. Escludendo cibo ed energia, l’inflazione annua dell’OCSE è rimasta stabile al 3,1% per il terzo mese consecutivo.
Tra i Paesi Ocse l’inflazione piu’ elevata e’ quella della Turchia, che ha toccato il 19,3% in agosto. Il Messico e’ al 5,6%, la Polonia al 5,5% e l’Ungheria al 4,9%. Nell’area del G20 – indica inoltre l’Ocse – il tasso medio di inflazione in agosto e’ diminuito leggermente, scendendo al 4,5% dal 4,6% di luglio.
Tra i Paesi G20 non-Ocse, il Brasile registra un aumento al 9,7% dal 9%, il Sud-Africa al 5,1% dal 4,7%, la Federazione Russa al 6,7% dal 6,5% e l’Indonesia all’1,6% dall’1,5%. Inflazione stabile, ma a livelli elevatissimi per l’Argentina (51,4%), che segna comunque il primo dato invariato dopo nove mesi consecutivi di aumento. Inflazione in calo, infine, in India (4,8% dal 5,3%), Cina (0,8% dall’1%) e Arabia Saudita (0,3% dallo 0,4%).