Microsoft ha dichiarato che chiuderà la piattoforma LinkedIn in Cina, giorni dopo aver affrontato alcune critiche pubbliche per aver censurato i post di diversi giornalisti statunitensi.
Nell’annunciare la decisione giovedì, LinkedIn ha affermato di dover affrontare “un ambiente operativo significativamente più impegnativo e difficile per i maggiori requisiti di conformità in Cina”.
Questo pone fine all’ultimo grande social network occidentale operante in Cina, dove le autorità hanno da tempo bloccato Facebook, WhatsApp, Twitter e altre app. “L’aumento della repressione all’interno della Cina e le maggiori critiche da parte del Congresso per l’adesione alle normative cinesi, l’hanno resa insostenibile” per le società di social media statunitensi, ha affermato Adam Segal, esperto di Cina e tecnologia presso il Council on Foreign Relations.
LinkedIn ha detto che “chiuderà” il suo sito entro la fine dell’anno, ma lancerà un nuovo sito chiamato InJobs che non includerà un feed di social media o la possibilità di condividere post o articoli. “La nostra nuova strategia per la Cina è concentrarci sull’aiutare i professionisti con sede in Cina a trovare lavoro in Cina e le aziende cinesi a trovare candidati di qualità”, ha affermato LinkedIn.
Secondo quanto riporta il Washington Post, il senatore Rick Scott avrebbe scritto una lettera agli amministratori delegati di Microsoft e LinkedIn esprimendo preoccupazione per il fatto che una “società americana stia censurando attivamente i giornalisti americani per conto del Partito comunista cinese”. Diversi giornalisti infatti, tra cui Melissa Chan, Greg Bruno e Allen-Ebrahimian, hanno denunciato il fatto di aver visto bloccare il proprio profilo in Cina per la presenza di contenuti “proibiti”.