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lunedì 29 Maggio 2023

Meta, ministro UK contro Zuckerberg: “Rebranding non funziona”. Prossime le sanzioni per Big Tech

Qualche giorno fa la notizia che la società che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp da ora avrà il nome di Meta (e non più Facebook, come l’omonimo social network). Una scelta che fa riflettere, dato che il rebranding è considerato da sempre una mossa abbastanza azzardata. Forse Facebook non piace più come un tempo, forse c’è voglia di creare qualcosa di nuovo o forse solo la necessità di distogliere l’attenzione dai suoi recenti problemi e scandali.

A tal proposito, come riportato dalla Cnbc, un alto funzionario del Regno Unito avrebbe criticato la società per il suo rebranding e ha promesso di introdurre sanzioni penali per i leader dei social media in base a nuove leggi che affrontano i contenuti dannosi sul web. “Il rebranding non funziona”, ha detto giovedì ai legislatori Nadine Dorries, ministro britannico per il digitale, la cultura, i media e lo sport, durante un’audizione sulla legge sulla sicurezza online. “Quando viene causato un danno, lo inseguiamo”.

L’azienda sta affrontando una delle sue più grandi crisi nella storia recente, a seguito di una serie di rivelazioni da una ex dipendente Frances Haugen nonché ex ingegnere informatico addetta ai dati di Facebook. Tra le confessionianche il fatto che l’azienda era a conoscenza degli effetti dannosi della sua app Instagram sugli adolescenti. Haugen, apparsa al parlamento del Regno Unito il mese scorso, ha detto che i regolatori hanno una “breve finestra di tempo” per agire sulla diffusione di incitamento all’odio e altri contenuti dannosi su Facebook.

Dall’altra parte però Meta ha ribadito più volte che il suo cambio di nome riguarderebbe la volontà di creare un “metaverso”, una sorta di realtà virtuale condivisa in cui più utenti possono interagire tra loro come avatar. La società ha recentemente affermato che prevede di assumere 10.000 ingegneri nell’Unione Europea per aiutare con i suoi sforzi per costruire il metaverso.

Il governo del Regno Unito sta procedendo con riforme radicali che chiederebbero alle società di social media di rendere conto della condivisione di contenuti dannosi e illegali sulle loro piattaforme. La legislazione minaccia multe fino al 10% del fatturato annuo globale o 18 milioni di sterline (24,2 milioni di dollari), qualunque sia l’importo maggiore, per il mancato rispetto.

Secondo le bozze di proposta, i dirigenti delle società di social media potrebbero affrontare un’azione penale entro due anni se non riescono a eliminare il materiale tossico. Tuttavia, Dorries ha promesso di accelerare le sanzioni penali. “Non saranno due anni”, ha detto. “Sto guardando da tre a sei mesi per responsabilità penale”.

Il disegno di legge è attualmente all’esame di un comitato di politici guidato da Damian Collins, un legislatore che ha accusato Facebook dello scandalo sulla privacy di Cambridge Analytica nel 2018. Giovedì Dorries ha esortato il comitato a fornire le proprie raccomandazioni al governo il prima possibile.

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