Milano – Mercati deboli in attesa dei dati di settembre sull’inflazione statunitense, che verranno diffusi giovedì. La previsione degli analisti è quella di un rallentamento dal sorprendente +8,3% annuo di agosto all’8,1%. I riflettori, in particolare, saranno puntati sul dato core atteso invece in accelerarazione, dal 6,3% al 6,5%. Se così fosse i dati darebbero maggiore forza alla Fed per un ulteriore rialzo di 75 punti base nella prossima riunione di inizio novembre. Inizia la stagione delle trimestrali e i mercati governativi statunitensi resteranno chiusi per la festività del Columbus Day, mentre saranno regolarmente aperti i mercati azionari e i future. “La direzione dei mercati questa settimana dovrebbe essere in calo perché sia l’economia, sia i profitti aziendali rallenteranno e la Fed rialzerà ancora i tassi e li manterrà alti a lungo – commenta Chris Zaccarelli, chief investment strategist di Advisor Alliance, che aggiunge: “Viste le condizioni in cui stiamo operando credo sia prudente prepararsi ad una recessione”.
Per la Fed sarà importante monitorare i verbali relativi all’ultima riunione di settembre e domani sarà interessante osservare come il Fmi vede il rischio recessione nel suo outlook annuale. L’istituto ha tagliato le sue previsioni di crescita globale per quest’anno e il prossimo, avvertendo che nel 2023 circa un terzo delle economie mondiali saranno in recessione. Inoltre venerdì prenderà il via la stagione delle trimestrali che vedrà i colossi bancari JPMorgan, Wells Fargo e Citigroup, pubblicare i loro risultati. Occhi puntati su margini, fatturati e su quanto sta impattando sui bilanci il dollaro forte.
“Settembre si è confermato un mese poco favorevole per i mercati – commentano altri analisti – a ottobre andrà un po’ meglio, mentre i mesi che hanno la stagionalità migliore saranno novembre e dicembre. Ottobre sarà caratterizzato da veloci alti e bassi, anche se mediamente avremo ulteriori rialzi dei tassi e un drenaggio della liquidità”. Insomma, il trend sui mercati resta negativo, anche se dovremo aspettarci un andamento zigzagante. Incide anche la nuova stretta decisa venerdì dalla Casa Bianca sulle esportazioni di tecnologia Usa verso la Cina. Le nuove regole includono, tra l’altro, il blocco delle spedizioni di un’ampia gamma di chip da utilizzare nei sistemi di supercalcolo cinesi impiegati per sviluppare armi nucleari e altre tecnologie militari. Più in generale non solo i mercati ma tutto il mondo guarda col fiato sospeso all’incubo del nucleare. La Russia lo userà o meno?
Negli Usa, martedì, saranno pubblicati anche i dati sulla fiducia delle piccole imprese e, venerdì, l’indice sulla fiducia dell’Università del Michigan, utili per fornirci un quadro più chiaro sul sentiment generale. Infine, sempre venerdì, avremo le vendite al dettaglio attese in lieve rallentamento. In area euro non sono attesi dati di rilievo se non, mercoledì, la produzione industriale e, venerdì, la bilancia commerciale. Tuttavia, dopo il vertice di Praga che non ha partorito nulla, c’è attesa per la riunione dei ministri dell’Energia di martedì e mercoledì che, in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 ottobre, in tema di energia potrebbero mettere in campo delle proposte interessanti, tanto più che ora non c’è più l’ostacolo del voto in Bassa Sassonia, che ostacolavano la trattativa.