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mercoledì 6 Dicembre 2023

Gas: vertice straordinario Ue anticipato a fine mese, ma l’emergenza energia durerà 2-3 anni

Milano – La presidenza di turno ceca del Consiglio Ue ha annunciato oggi di essere pronta a convocare una nuova riunione straordinaria dei ministri dell’Energia dei Ventisette entro la fine di settembre, se sarà necessario per approvare rapidamente le misure contro il caro energia che saranno presentate formalmente dalla Commissione europea martedì prossimo a Strasburgo. Le misure, già formulate in modo informale in un “non paper” della Commissione mercoledì scorso, sono state discusse oggi a Bruxelles dai ministri dell’Energia in un’altra riunione straordinaria del Consiglio, dopo quella che aveva approvato in tempi record le misure del pacchetto Ue d’emergenza sul gas, il 26 luglio scorso. “Posso promettere che il Consiglio è pronto a lavorare alle proposte della Commissione con la stessa velocità di luglio, quando abbiamo approvato le misure d’emergenza per il gas. Se necessario sono pronto a convocare un altro incontro straordinario del Consiglio per adottare soluzioni concrete prima della fine del mese”, ha detto venerdì il vice primo ministro ceco Jozef Sikela, che esercita la presidenza di turno del Consiglio Ue dell’Energia.

“Dobbiamo assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti, preservare il mercato dell’energia dell’Ue e il commercio transfrontaliero, ma soprattutto non deludere i nostri cittadini e le nostre imprese”, ha continuato. “Quando Putin ha cominciato la sua guerra energetica – ha aggiunto – si aspettava di dividerci e di danneggiare le nostre società democratiche e le nostre economie. Non ci è riuscito e non ci riuscirà” ha concluso Sikela. “Tutti i paesi membri si sono pronunciati, con lievi distinguo, in favore delle proposte della Commissione, e quindi è stato dato un mandato pieno per andare avanti” ha affermato il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Il Consiglio ha discusso le cinque misure proposte ancora informalmente dalla Commissione contro i forti aumenti dei prezzi del gas e dell’elettricità, causati soprattutto dalle manipolazioni del mercato da parte della Russia. Il ministro ha riferito che questo consenso di massima dei ministri c’è stato soprattutto su quattro delle 5 proposte, ovvero “tutta la parte che riguarda il recupero delle rendite intra marginali” oltre una soglia massima che verrà decisa (per quanto riguarda le fonti rinnovabili e il nucleare), “i contributi di solidarietà che noi abbiamo chiamata tassa sull’extra profitto” per gli operatori delle fonti fossili, “il risparmio intelligente di energia, e infine la liquidità per aiutare gli operatori del settore”.

La quinta proposta era quella del “price cap”, il tetto al prezzo del gas russo. “Noi – ha riferito Cingolani – abbiamo rilanciato molto la soluzione ‘price cap’, e il risultato è stato credo positivo. Io ho seguito con calma i discorsi dei ministri: 15 paesi si sono pronunciati chiaramente per un ‘price cap’ generalizzato, per qualunque importazione di gas e non solo per quello dalla Russia. Ce ne sono tre che preferirebbero il price cap solo sul gas russo e altri tre paesi che non hanno pregiudiziali sul price cap, però lo vorrebbero dopo aver fatto delle verifiche, per esempio di sostenibilità economica di lungo termine” o a condizione “che comunque non si metta in difficoltà qualche paese più debole, e questa è un’apertura ragionevole. Poi – ha aggiunto il ministro – ci sono cinque paesi che sono contrari, o che sono rimasti neutrali, nel senso che, non avendo un grande bisogno di gas, per esempio perché hanno il Gnl o perché sono isolati, non hanno espresso una posizione”. Cingolani ha menzionato anche “il disaccoppiamento dell’energia elettrica rispetto al prezzo del gas”, nella struttura del mercato elettrico all’ingrosso europeo. Una riforma che la Commissione si è impegnata a presentare quest’autunno.

In questo contesto l’amministratore delegato dell’Enel, Francesco Starace, avverte comunque che l’emergenza energetica sarà “un percorso che durerà due o tre anni, ma già nel 2023 – auspica – ci saremo abituati e avremo imparato a gestire tematiche come l’indice Ttf del gas oggi fuori controllo. Capiremo anche quanto spreco di gas abbiamo fatto fino ad adesso e quanto ne facciamo ancora. Le bollette sono ormai già impazzite a causa di uno scollamento così spettacolare del prezzo del metano che ci si chiede perché stiamo ancora inseguendo un indice sconnesso dalla realtà”. In Europa – ha aggiunto – mi aspetto che finalmente il dibattito vada dove deve andare, cioè sullo scollamento dell’indice che ci dà il prezzo del gas, e il prezzo vero del gas. Noi non abbiamo extraprofitti – ha concluso Starace – ma se ci sono, vanno cercati dove ci sono e vanno scritte leggi che mirino dove davvero si pensa che ci siano”.

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