Milano – Tetto mobile e temporaneo ai prezzo del gas e acquisti collettivi: sono alcune delle misure che la Commissione europea ha presentato ieri sera per arginare la crisi energetica. Si vogliono adottare, in primo luogo, strumenti legislativi per acquistare gas in maniera congiunta: se ne parla dal marzo scorso, ma finora gli acquisti collettivi non sono decollati perché le compagnie avevano la priorità di riempire le scorte a tutti i costi, cosa che ha prodotto un aumento dei prezzi, perché gli acquirenti europei si combattevano a colpi di offerte. Per evitare che la cosa si ripeta nella prossima primavera, quando andranno ricostituite le scorte in vista dell’inverno 2023-24, che si prospetta più difficile di quello entrante, la Commissione propone di aggregare la domanda a livello Ue, di prevedere una partecipazione obbligatoria al meccanismo Ue di aggregazione della domanda nella misura di almeno il 15% della capacità dei depositi e un sistema di acquisto volontario che permetta alle compagnie di formare un consorzio europeo di acquisto.
Mentre i vaccini anti Covid venivano acquistati dagli Stati, con contratti negoziati dalla Commissione, qui i player sono privati: si passa quindi ad una ‘cartellizzazione’ degli acquisti, per aumentare il potere negoziale Ue, dato che la concorrenza interna si rivela controproducente, in queste condizioni. Data l’importanza delle infrastrutture di trasporto, trasformazione e stoccaggio del gas, la proposta include regole sulla trasparenza della capacità inutilizzata dei terminali e dei gasdotti, “in caso di congestione a breve termine”. Per essere meglio preparati all’inverno, vengono proposte misure che consentano agli Stato membri di ridurre in via eccezionale i consumi non essenziali, come il riscaldamento degli spazi aperti, per assicurare che il gas non manchi per i servizi e le industrie essenziali. Gli Stati membri “possono ridefinire chi sono i consumatori protetti di gas”, a patto che le famiglie “vulnerabili” siano protette “in qualsiasi circostanza”.
Dato poi che gli Stati sono “troppo lenti” nel siglare intese di solidarietà (sono stati siglati solo “6 accordi bilaterali” sui “40 possibili”), la Commissione propone regole di solidarietà “di base”, che assicurino che uno Stato in difficoltà riceva gas dagli altri, in cambio di un compenso “equo”. Per limitare la pressione rialzista sui prezzi, la Commissione “sta sviluppando” un benchmark “complementare” per il gas naturale liquefatto: l’Acer, l’agenzia dei regolatori, dovrebbe raccogliere le informazioni necessarie “entro fine anno”; l’indice dovrebbe essere disponibile in tempo per la prossima stagione di riempimento delle scorte. Nel frattempo, propone di introdurre un “meccanismo per limitare i prezzi sul Ttf”, da attivare in caso di bisogno. Il meccanismo creerà sul Ttf un “limite di prezzo dinamico” per le transazioni, evitando la volatilità “estrema” ed eccessivi rialzi, come pure la “speculazione”, che “potrebbe provocare difficoltà nella fornitura di gas naturale ad alcuni Stati membri”. Per limitare la volatilità intraday, dovrebbe inoltre essere introdotto un meccanismo volto a mettere un tetto ai rialzi nella giornata sui mercati dei derivati, caratterizzati da una forte volatilità.
La Commissione, poi, “svilupperà con gli Stati membri modalità per limitare l’impatto dei prezzi elevati del gas su quelli dell’elettricità”. Si tratta dell’estensione della cosiddetta ‘eccezione iberica’, un cap al prezzo del gas usato per la produzione elettrica. L’idea non convince tutti (l’Italia è contraria, perché peserebbe sui conti pubblici) e la Commissione avverte che la proposta comporta “alcuni rischi” se estesa a tutta l’Ue e che gli Stati membri sono “diversi” tra loro. Occorre disegnare una “soluzione” che “funzioni per tutti” e che sia “in linea” con l’obiettivo di “non aumentare il consumo di gas” e di “gestire i flussi di gas oltre i confini europei”. Nel pacchetto manca però qualsiasi riferimento a un finanziamento comune delle misure necessarie a combattere il caro energia. L’esecutivo comunitario si limita a ricordare che è “cruciale che siano perseguite soluzioni condivise a livello Ue, per evitare soluzioni nazionali, dipendenti dal differente spazio fiscale nei diversi Stati membri”. Non viene spiegato come questo si possa ottenere senza un meccanismo di finanziamento comune.
Il problema energia è particolarmente sentito in Germania, dove il ministro delle Finanze, Christian Lindner, vuole porre fine alla politica di bilancio espansiva e reintrodurre il “freno al debito” dal prossimo anno. Si tratta del vincolo di bilancio contenuto nella Costituzione della Germania, che è stato sospeso nel 2020 per finanziare la risposta del governo federale alla crisi del Coronavirus. Secondo Gopinath, deve essere fatto “di tutto” per ridurre l’inflazione, a settembre ha raggiunto il 10%, toccando il massimo dal 10,5 del dicembre 1951. “Lo strumento Sure è stato utile nella pandemia” ma “oggi abbiamo già un ampio programma europeo con il Next generation Eu per garantire investimenti” e “gran parte di queste somme non sono ancora state spese” ha dettp alla Stampa il ministro tedesco dell’Economia Robert Habeck, nella sua prima intervista alla stampa italiana.
Rispondendo alle critiche arrivate sullo scudo da 200 miliardi del governo di Berlino, Habeck spiega che “un crollo del mercato tedesco del gas e della nostra economia nazionale avrebbe gravi conseguenze per i nostri partner europei. In particolare, l’economia tedesca e quella italiana sono strettamente legate”, ricorda l’ex leader dei Verdi. L’Europa è nel mezzo della crisi energetica: “Stiamo vivendo una grave crisi energetica, che si sta trasformando sempre più in una crisi economica e sociale. La causa scatenante è la guerra di aggressione di Putin contro l’Ucraina. Dobbiamo quindi essere uniti in Europa e abbiamo bisogno di un quadro d’azione europeo flessibile. Sono favorevole a un’estensione oltre la fine dell’anno del cosiddetto Quadro temporaneo di crisi (che permette gli aiuti di Stato). L’obiettivo deve essere unire le forze ora che Putin sta cercando di indebolirci. Ecco perché ritengo che una piattaforma di acquisto comune per il gas sia una soluzione sensata. Vanno abbassati i prezzi a livello europeo. È una questione di solidarietà europea e di resistenza alla crisi”.
Secondo il ministro “non esiste un’unica misura per risolvere il problema, è necessario un pacchetto di misure. Ci stiamo lavorando insieme e la Commissione europea presenterà proposte concrete. Dobbiamo guardare oltre le difficoltà del giorno e rafforzare la nostra capacità di recupero a lungo termine. Questo include una massiccia espansione delle energie rinnovabili e la necessità di risparmi energetici dal lato della domanda”. In patria Habeck ha esortato i Verdi, il proprio partito, ad accettare la decisione del cancelliere Olaf Scholz sul piano per il nucleare del governo federale. “Una soluzione insolita a una situazione di stallo” ha detto riferendosi alla scelta del cancelliere Olaf Scholz, che ha deciso che tutte e tre le centrali nucleari ancora attive rimarranno in funzione in riserva di emergenza per far fronte alla crisi dell’energia, fino a “non più tardi del 15 aprile 2023”. Un compromesso che chiude il contrasto sul nucleare superando il 31 dicembre prossimo, scadenza del piano di graduale denuclearizzazione del Paese avviato dal governo federale nel 2011. La centrale di Emsland sarebbe, invece, stata chiusa alla fine dell’anno in corso.