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lunedì 11 Dicembre 2023

Friday Macro

Negli USA il dato sull’occupazione non ha contribuito a raffreddare i tassi, anzi. La crescita di occupati si concentra nel comparto servizi (leisure time) e pubblico impiego. Il tasso di disoccupazione aumenta dal 3.7% al 3.8%, a riprova di un mercato del lavoro non così forte. Il mercato in serata ha girato e chiuso in positivo.
Il 10Y US è rimasto sotto il 5%, con il differenziale rispetto al 10Y ridotto a 30 bp (bear flattening). Tassi a lunga in salita.
Quali le ragioni di questo rialzo della parte lunga della curva? La copiosa offerta di titoli governativi e corporate sembrerebbe la causa principale. Quindi focus su riduzione spesa pubblica, in primis in USA. Ma non certo nel 2024 che è anno elettorale.

Il petrolio ha subito una marcata flessione riportandosi in area $80, a riprova che il miglior modo nelle commodities per ostacolarne il rialzo è il rialzo stesso, pilotato in primis dall’Arabia Saudita.
Da notare l’attacco a Israele da parte di Hamas, supportato dall’IRAN, contro l’estensione degli accordi di Abramo all’Arabia Saudita (cioè riconoscimento dello stato di Israele e cooperazione commerciale).
Asset allocation: ognuno ha la sua, molto difficile da condensare.
La correzione del mercato azionario, come da consenso di mercato sembra essere, si compra e non si vende. Possibile overshooting S&P500 in area 4000/4100 (-5% dai livelli attuali) anche se sembra improbabile.
Recessione / significativo rallentamento se mai ci sarà è atteso da metà 2024 (salvo cigno nero).
Qualcuno guarda per ora con poca convinzione alle small cap che quotano a multipli da distressed asset (ma non lo sono) e che scambiano, per mancanza di liquidità, quantitativi irrisori quotidiani, e gli industriali a p/e di 5 (es Stellantis).
A fine mese ci sono le trimestrali (giusto per ricordare che in borsa sono quotate aziende e non solo indici). Per ora è tutto guidato dal macro.
Le obbligazioni governative breve termine, 3-5 anni presentano dei tassi che sembrano prossimi ai massimi. Va ridotto il peso dei governativi Italia/UK. Se c’è uno spike dei tassi questi sono i paesi più a rischio.
Per quanto riguarda i subordinati bancari (AT1/T2 non Italia) vediamo un buon rendimento accompagnato da basso rischio in assenza di recessione.

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