Milano – L’economia globale è “come una nave in acque tempestose” e “i rischi di recessione stanno aumentando”. L’allarme è del Fondo monetario internazionale che si appresta a tagliare ancora le sue stime di crescita per il 2023, già portate “ad appena” il +2,9% meno di tre mesi fa. “Un numero di Paesi pari circa un terzo dell’economia mondiale sperimenterà almeno due trimestri consecutivi di contrazione quest’anno o il prossimo. E anche se la crescita sarà positiva la sensazione sarà comunque quella di una recessione a causa del calo dei redditi reali e dell’aumento dei prezzi”, ha avvertito la direttrice dell’organizzazione di Washington nel discorso di presentazione dell’assemblea annuale. I numeri ufficiali saranno pubblicati la prossima settimana ma sin d’ora Kristalina Georgieva fa sapere che la minor crescita attesa tra oggi e il 2026 vale 4.000 miliardi, “una cifra pari all’economia della Germania”. Tutte le maggiori economie mondiali stanno rallentando. “L’Eurozona è colpita severamente dalla riduzione delle forniture di gas dalla Russia; la Cina soffre per la pandemia e la profonda flessione del mercato immobiliare; e il ritmo sta frenando anche negli Stati Uniti, con l’inflazione che riduce il reddito disponibile e la domanda dei consumatori, e il rialzo dei tassi d’interesse che pesa sugli investimenti”. E tutto ciò si riflette anche sulle economie emergenti e in via di sviluppo, in termini di riduzione delle esportazioni. Combattere l’inflazione resta cruciale.
Secondo Georgieva, bisogna “agire con decisione anche se l’economia inevitabilmente rallenta”. Ma non si tratta di un compito semplice. “Il costo di un passo falso può essere enorme. Non restringere abbastanza”, ha osservato la numero uno dell’Fmi, “finirebbe per disancorare le aspettative e farebbe mettere radici all’inflazione, costringendo a rialzi dei tassi più ampi e più rapidi in futuro”. D’altro canto, ha aggiunto, “stringere la politica monetaria troppo e troppo rapidamente potrebbe far precipitare molte economie in una prolungata recessione”. Ai Governi Georgieva suggerisce di mettere in campo politiche di bilancio “responsabili”. Il punto è “proteggere i vulnerabili senza aggiungere carburante all’inflazione”. Per questo, eventuali aiuti devono essere “temporanei” e “mirati”, con un “forte focus a favore dei cittadini a reddito più basso”. Vanno invece “evitati sostegni indiscriminati” che potrebbero accelerare la domanda rendendo “più duro combattere l’inflazione. In altre parole, non devono esserci politiche di bilancio che spingono sull’acceleratore, mentre la politica monetaria insiste sul freno”. La sfida è complicata, come lo è “navigare in questo periodo di fragilità storica”. Ma Georgieva lascia spazio a un po’ di ottimismo. L’importante è “agire ora e agire insieme”. Soltanto così, ha concluso, “possiamo farcela: lavorando insieme”, come accaduto “per superare il peggio della crisi scatenata dal Covid”. Con l’obiettivo di “costruire un futuro più brillante e più prospero per tutti”.
Anche alla luce di questo quadro la Commissione europea ha inviato agli Stati membri una bozza di proposta per prorogare e adeguare il Quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato. Adottato per la prima volta il 23 marzo 2022, per consentire agli Stati membri di utilizzare la flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato per sostenere l’economia nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina, il quadro è stato modificato per la prima volta il 20 luglio 2022, per integrare il Pacchetto di preparazione all’inverno e in linea con gli obiettivi del Piano Repower Eu. “Stiamo affrontando una grave crisi energetica che colpisce le famiglie e le imprese di tutta Europa. A questa sfida comune, abbiamo bisogno di una risposta comune e coordinata, che non comprometta la forza fondamentale dell’Europa: il nostro mercato unico. Per questo motivo la Commissione ha messo a punto un Quadro di riferimento temporaneo per gli aiuti di Stato in caso di crisi. Esso stabilisce criteri chiari e orizzontali, applicabili a tutti gli Stati membri, consentendo loro di fornire un sostegno necessario e proporzionato alle loro economie”, ha dichiarato Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione Ue e responsabile della politica di concorrenza. Le modifiche proposte, inviate agli Stati membri, integrano anche la proposta della Commissione su un intervento di emergenza sul mercato, su cui è stato raggiunto un accordo politico in Consiglio il 30 settembre scorso.
Nelle proposte di modifica, la Commissione sta consultando gli Stati membri su possibili modifiche relative a un aumento proporzionato dei massimali di aiuto previsti dalle disposizioni sugli aiuti di importo limitato, che consentono agli Stati membri di fornire sovvenzioni dirette o altre forme di aiuto alle imprese di qualsiasi settore colpito dalla crisi. Inoltre, viene proposto un adeguamento mirato, in considerazione dell’elevata volatilità del mercato, per facilitare ulteriormente l’accesso al sostegno alla liquidità delle imprese del settore energetico, e una semplificazione dei criteri che consentono agli Stati membri di sostenere le imprese colpite dai prezzi elevati dell’energia, compresi gli utenti ad alta intensità energetica, per garantire che il sostegno rimanga mirato e proporzionato, mantenendo gli incentivi per la riduzione della domanda di energia. Infine, viene proposto un chiarimento sui criteri che la Commissione intende applicare per la valutazione delle misure di sostegno alla ricapitalizzazione (al fine di preservare una concorrenza effettiva) e misure aggiuntive volte a sostenere la riduzione della domanda di energia elettrica, in linea con la proposta della Commissione su un intervento di emergenza sul mercato. Gli Stati membri hanno ora la possibilità di commentare la bozza di proposta della Commissione.