L’attività economica dell’eurozona di agosto ha continuato ad espandersi ad uno dei tassi più elevati degli ultimi due decenni, con un ritmo di crescita solo lievemente indebolito malgrado i diffusi ritardi sulla catena di distribuzione. Per la prima volta nel periodo pandemico, l’espansione del settore terziario ha superato quella del manifatturiero, sostenuta dalle progressive riaperture dell’economia.
Dalla lettura dei dati ‘flash’ preliminari, l’Indice principale IHS Markit PMI Composito dell’Eurozona è sceso dal record in 15 anni di luglio di 60.2 a 59.5 di agosto. Quest’ultimo valore eguaglia quello avutosi a giugno, registrando con quest’ultimo la seconda espansione più rapida dal 2006. Più nello specifico, l’indice PMI manifatturiero è sceso ad agosto a 61,5 punti dai 62,8 precedenti, risultando inferiore ai 62 punti attesi dagli analisti; rallenta anche il PMI dei servizi, attestandosi a 59,7 punti dai 59,8 precedenti.
Nel corso di questo periodo di ripresa dalla pandemia, la crescita del settore terziario ha superato per la prima volta quella del manifatturiero, grazie alla progressiva diminuzione delle misure anti Covid-19 nel corso del mese, ridotte ai minimi dall’inizio della pandemia. L’espansione dei servizi è stata tuttavia marginalmente più lenta rispetto al picco in 15 anni di luglio, dal momento che alcune aziende hanno nuovamente subìto la pressione del recente rialzo dei contagi.
Anche la produzione manifatturiera ha continuato ad aumentare ad un ritmo superato raramente nella storia dell’indagine e questo grazie all’attuale risveglio della domanda dagli abissi avutisi nel periodo pandemico. Il tasso di espansione ha tuttavia indicato un infiacchimento per il secondo mese consecutivo, segnando il tasso più debole da febbraio. Il rallentamento della crescita produttiva è principalmente legato ai disagi sulla catena di fornitura.
Nel frattempo, il flusso dei nuovi ordini è rimasto tra i maggiori degli ultimi due decenni, alimentato dall’attuale rinvigorimento della domanda di beni e servizi, anche se in entrambi i settori il tasso di incremento è diminuito rispetto ai recenti record portando il generale livello di crescita degli ordini ai minimi da maggio.
L’aumento sostenuto della domanda e le migliorate prospettive dovute all’aumento dei tassi di vaccinazione hanno nutrito un vigoroso ottimismo per l’anno a venire. Il livello di fiducia è rimasto tra i maggiori dal 2012, anno in cui i dati comparabili sono stati per la prima volta disponibili. Tuttavia, viste le preoccupazioni sulla variante Delta, l’ottimismo è diminuito per il secondo mese consecutivo fino a toccare il valore minimo da marzo.
L’occupazione è nel frattempo aumentata allo stesso tasso record in 21 anni di luglio, con le aziende che hanno incrementato la loro capacità operativa di pari passo con la recente crescita di ordini e le promettenti prospettive future. Anche se nel manifatturiero si è notato un rallentamento del tasso di creazione occupazionale, in parte dovuto alla carenza di manodopera, la crescita degli organici del terziario ha toccato il valore più alto da settembre 2018.
Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit ha dichiarato: “Ad agosto, la ripresa economica dell’eurozona ha mantenuto uno slancio eccezionale, con un indice PMI indebolito solo di poco rispetto al recente record di luglio ma che in questo terzo trimestre ha posto le basi per raggiungere la media più alta in 21 anni. Anche se la diffusione della variante Delta ha causato problemi dilaganti in tutta la regione, contenendo la domanda e causando ulteriori disagi sulle forniture, le aziende hanno beneficiato dall’alleggerimento delle restrizioni pandemiche, scese al livello più basso da inizio pandemia. Sicuramente incoraggiante è il secondo mese di creazione occupazionale al tasso più forte in 21 anni, che rispecchia gli sforzi delle aziende di potenziare la capacità operativa e soddisfare la domanda, che in ultima analisi dovrebbe ulteriormente contribuire a far abbassare la pressione dei prezzi. Preoccupano alcuni segnali di incremento dei salari dovuti all’aumento del mercato del lavoro, che potrebbero tradursi in un aumento dell’inflazione, e i ritardi delle forniture soprattutto asiatiche che sembrano destinati a persistere ancora per qualche tempo.”