Milano – Le forniture di gas russo all’Europa attraverso l’Ucraina continuano a diminuire, come comunica quotidianamente il gruppo energetico russo Gazprom. Ma le riserve sono ormai talmente piene che in Francia, ad esempio, nelle prossime settimane dovranno addirittura essere svuotate leggermente per rispettare degli “obblighi tecnici di stoccaggio”. Lo ha reso noto Grtgaz, società che gestisce il trasporto di gas in Francia. Attualmente le riserve sono piene all’80 per cento, contro il 55 per cento di media degli ultimi anni. Nelle prossime settimane il livello dovrebbe scendere a circa il 60 per cento. “Un calo significativo, che però si verifica tutti gli anni”, ha fatto sapere Grtgaz.
Se la Russia si allontana sempre piu’, grazie agli investimenti effettuati negli ultimi anni, c’è il Qatar che sarà in grado di fornire più gas soprattutto all’Europa entro il 2027. Lo ha affermato il vice primo ministro e ministro degli Esteri qatariota, Mohammed bin Abdulrahman al Thani, durante una sessione di discussioni sui cambiamenti geopolitici nel mondo, tenuta nel quadro delle attività dell’incontro annuale del World Economic Forum in corso a Davos, in Svizzera. “Purtroppo diversi politici si sono posti obiettivi molto ambiziosi senza rendersi conto che avrebbero richiesto tempo e una grande quantità di investimenti. Così, si sono ritrovati a interrompere questi investimenti negli ultimi dieci anni”, ha spiegato il ministro, evidenziando come “il risultato di queste politiche sia stata una povertà energetica accelerata dalla guerra in Ucraina”. Come affermato dal capo della diplomazia qatariota, Doha non ha seguito questo approccio e, pertanto, è stata in grado di sviluppare il settore energetico e del gas.
Alla fine di novembre 2022, la società qatariota QatarEnergy ha annunciato di aver firmato un accordo per esportare gas naturale liquefatto in Germania per almeno 15 anni. In base all’accordo firmato con ConocoPhillips, a partire dal 2026 saranno esportate fino a 2 milioni di tonnellate di Gnl verso il Paese europeo. “La Germania rappresenta il più grande mercato del gas in Europa. Ci impegniamo a sostenere la sua sicurezza energetica”, aveva affermato il ministro di Stato per gli Affari energetici e amministratore delegato di QatarEnergy, Saad bin Sherida al Kaabi. In una diversa occasione, lo stesso ministro aveva fatto sapere che il proprio Paese sarebbe stato pronto a fornire ai mercati internazionali 18 milioni di tonnellate di gas naturale all’anno entro il 2024, evidenziando come proprio i progetti per sviluppare l’industria del gas naturale liquefatto siano tra i maggiori risultati raggiunti nel 2022 dal Paese del Golfo.
Anche la compagnia Shell Oman Integrated Gas Solutions, una sussidiaria di Shell International, ha annunciato l’avvio della produzione di gas dal giacimento di Mabrouk, a nord-est della concessione 10 nel Sultanato dell’Oman, e si prevede che il volume di produzione di questo giacimento raggiungerà i 500 milioni di piedi cubi al giorno di gas naturale entro la metà del 2024. Lo ha riferito l’agenzia di stampa dell’Oman, citando il ministro dell’Energia e dei minerali dell’Oman, Salem bin Nasser al Aufi, secondo cui la produzione di gas dal giacimento di Mabrouk aumenterebbe le riserve di gas naturale del Sultanato e aggiungerebbe valore nel percorso di transizione energetica e raggiungerebbe la neutralità zero entro il 2050, oltre ad attrarre investimenti esteri in questo settore vitale.
La compagnia Oman Shell Integrated Gas Solutions detiene il 53,45 per cento della partecipazione operativa nell’area di concessione 10, mentre il gruppo omanita OQ detiene il 13,36 per cento e il restante 33,19 per cento appartiene a compagnia Marsa Lng di proprietà di Total e gruppo OQ. Dall’altra parte, l’agenzia stampa ha riferito che la compagnia Oman Lng ha concluso un accordo con thailandese Ptt Energies e la francese Total per fornire fino a 1,6 milioni di tonnellate di Gnl all’anno, a partire dal 2025.
C’è pure la società indiana ReNew Power, filiale del ReNew Energy Global, quotata a New York, che sta studiando opportunità per l’espansione nel settore dell’idrogeno verde in India, Egitto e altrove. Lo ha affermato il presidente e amministratore delegato della società, Sumant Sinha in dichiarazioni riprese dall’emittente televisiva saudita “Al Arabiya”. L’azienda che ora genera circa l’1,8 per cento dell’elettricità totale dell’India ogni anno, ha una capacità totale di 13 gigawatt di energia eolica e solare, compresi i progetti in corso. Lo scorso dicembre, l’Egitto ha firmato 7 memorandum d’intesa con aziende locali e internazionali riguardanti l’avvio di studi su progetti di produzione di idrogeno verde.
Ma anche l’Europa si muove. Engas, gestore tecnico del sistema del gas spagnolo, investirà più di 6 miliardi di euro in varie infrastrutture per trasformare la Spagna in un importante polo dell‘idrogeno rinnovabile entro il 2030. Lo ha annunciato Arturo Gonzalo, amministratore delegato dell’azienda, durante la sua presentazione all’Enagas Hydrogen Day, dove ha illustrato i principali progetti infrastrutturali che consistono nelle due interconnessioni del progetto H2Med con la Francia e il Portogallo, oltre a una serie di quattro hub della rete di idroprodotti in tutta la Spagna.
Il più grande investimento congiunto è H2Med, che costerà circa 2,5 miliardi di euro, anche se non è ancora stato reso noto come l’interconnettore tra Barcellona e Marsiglia sarà suddiviso in termini di costi tra Francia e Spagna. L’altra infrastruttura del progetto europeo H2Med è l’interconnessione con il Portogallo, la cosiddetta H2Med-CelZa, che passa per Zamora che dovrebbe comportare un investimento di circa 350 milioni di euro, di cui 157 corrispondono a Enagas. Gli altri investimenti principali saranno destinati ai due impianti di stoccaggio dell’idrogeno. Si tratta di due grotte di sale in Cantabria e nei Paesi Baschi, che comportano investimenti complessivi di 1,17 miliardi di euro per immagazzinare un totale di 575 GWh di idrogeno rinnovabile.
Engas, inoltre, ha raggiunto anche un accordo con la tedesca Uniper per l’acquisizione di una partecipazione del 20 per cento nella società olandese Bbl, proprietaria di un’interconnessione per il gas di 235 chilometri che collega il Regno Unito ai Paesi Bassi. Con questa operazione, la partecipazione di Bbl sarà la seguente: Gasunie (60 per cento), Fluxys (20 per cento) ed Enagas (20 per cento). Dopo il completamento dell’acquisizione, tre gestori di sistemi di trasmissione saranno i proprietari di questa infrastruttura chiave per la sicurezza dell’approvvigionamento europeo. Oltre alle consuete condizioni preliminari relative alle approvazioni normative, la transazione è soggetta a un diritto di prelazione da parte degli altri comproprietari esistenti di Bbl Company. L’investimento approssimativo di Enagás in questo acquisto è di 75 milioni di euro. L’infrastruttura, inclusa nella mappa della dorsale europea dell’idrogeno potrebbe essere adattata al trasporto dell’idrogeno verde collegando i punti di produzione e consumo nei Paesi Bassi e nel Regno Unito. La condotta sottomarina ha una capacità massima di 15 miliardi di metri cubi all’anno di flusso diretto tra Balgzand nei Paesi Bassi e Bacton nel Regno Unito, e di 5 miliardi di metri cubi all’anno in direzione inversa.
Non è finita. Stellantis e Vulcan Energy Resources Limited hanno firmato un accordo vincolante per la prima parte di un piano multifase per lo sviluppo di nuovi progetti geotermici con l’intento di decarbonizzare il mix di energie del sito industriale di Stellantis a Russelsheim, in Germania, in cui vengono prodotte le vetture DS4 e Opel Astra. Secondo le attuali ipotesi, il progetto potrebbe coprire una parte significativa del fabbisogno energetico annuale del sito industriale a partire dal 2025. La prima fase del progetto, che avrà luogo all’estremità settentrionale dell’area di Vulcan nell’Alta Valle del Reno, comprenderà uno studio di pre-fattibilità eseguito da Vulcan, relativo alla costituzione di impianti geotermici per il sito di Stellantis. In caso di esito positivo, la fase successiva avrà come oggetto principale interventi di trivellazione e attività di studio e sviluppo più avanzate. Stellantis punterà a reperire finanziamenti per il 50 per cento dello sviluppo del progetto, che è sostenuto anche dal governo locale.
Stellantis e Vulcan mireranno a produrre energia elettrica pulita e a fornirla alla rete per il consumo sia interno che esterno nel rispetto della legge tedesca sulle energie rinnovabili (Eeg), producendo al contempo calore da trasferire al sito produttivo di Stellantis. “Questa partnership con Vulcan rafforza il nostro impegno a promuovere soluzioni per l’energia pulita in tutta la nostra azienda,” ha dichiarato Carlos Tavares, Ad di Stellantis. “Rappresenta una delle numerose iniziative che abbiamo intrapreso per raggiungere risultati, impatti e sostenibilità in linea con il nostro piano strategico Dare Forward 2030″.
Non è finita. Stellantis è impegnata a diventare il punto di riferimento del settore nel contrasto al cambiamento climatico, con l’obiettivo di raggiungere il traguardo zero emissioni entro il 2038, con una riduzione del 50 per cento entro il 2030. L’accordo con Vulcan Energy segna per Stellantis il primo potenziale utilizzo dell’energia geotermica rinnovabile diretto a decarbonizzare e localizzare l’approvvigionamento energetico in un sito industriale. “La missione principale di Vulcan è la decarbonizzazione, attraverso la fornitura di energia rinnovabile e di litio ricavato senza l’uso di combustibili fossili e senza emissioni di anidride carbonica,” ha dichiarato Francis Wedin, Amministratore delegato e Ceo di Vulcan. “Vulcan intende sostenere Stellantis, il nostro principale acquirente di litio e uno dei nostri maggiori azionisti, nella decarbonizzazione delle sue attività operative in Europa. Pur mantenendo l’attenzione sui nostri giacimenti di litio geotermico nel centro Upper Rhine Valley Brine Field, questo progetto rappresenta un’opportunità complementare per espandere la nostra filiera di sviluppo ad alcune delle aree esterne nell’Alta Valle del Reno con il sostegno di partner industriali come Stellantis”.
“Sono lieto della partnership tra Stellantis e Vulcan Energy” ha dichiarato Boris Rhein, Ministro-Presidente dell’Assia, in Germania. “Si tratta di una notizia positiva per l’Assia in quanto dimostra che, nel nostro stato, la protezione del clima e la produzione industriale all’avanguardia attraverso idee innovative sono perfettamente compatibili”. L’accordo con Stellantis aumenta inoltre l’impatto di Vulcan sulla decarbonizzazione dell’industria europea dei veicoli elettrici, integrando l’eliminazione delle emissioni di carbonio derivante dal progetto Zero Carbon Lithium™ e creando valore per gli azionisti.