Milano – Il Qatar punta a diventare un grande fornitore di energia per l’Europa e non solo: la guerra della Russia in Ucraina ha scosso i mercati energetici globali, lasciando l’Ue a corto di gas naturale, aumentando i prezzi di tutti i combustibili fossili e minacciando una recessione globale. Ed ecco che entra in gioco il Qatar: secondo molti esperti di energia, come rileva il New York Times, il Qatar sta diventando l’Arabia Saudita del gas, un fornitore di energia indispensabile con vaste riserve e costi molto bassi. Da tempo grande esportatore di gas naturale liquefatto verso i Paesi asiatici, il Qatar è pronto a diventare una fonte energetica fondamentale per l’Europa, che sta abbandonando la sua dipendenza dalla Russia. Il Qatar si sta anche avvicinando alla Cina, minando le speranze russe di dirottare verso l’Asia la maggior parte dell’energia che l’Europa non acquista più. Il Paese sarà in grado di vendere il gas naturale più a lungo e in modo più redditizio di altri grandi esportatori come l’Australia e la Russia, anche se il cambiamento climatico costringe molti Paesi a ridurre l’uso di combustibili fossili.
L’anno scorso il Paese ha avviato la costruzione di quattro nuovi giganteschi terminali di produzione ed esportazione, investimenti che aumenteranno la sua capacità di esportazione di oltre un terzo entro il 2026. I funzionari hanno annunciato l’intenzione di costruire altri due terminali nel corso del decennio. Complessivamente, la capacità del Paese di produrre gas naturale liquido crescerà di oltre il 60%, raggiungendo i 126 milioni di tonnellate all’anno nel corso del decennio. Le esportazioni energetiche del Paese, di cui il gas naturale è di gran lunga il più importante, sono raddoppiate quest’estate rispetto all’anno scorso, raggiungendo i 9,2 miliardi di dollari in agosto. Il Qatar è in procinto di battere il suo record di entrate annuali da esportazioni, stabilito nel 2013 prima che il boom delle esportazioni di gas dagli Stati Uniti facesse scendere i prezzi del gas.
Oltre a gestire il suo grande giacimento nazionale di gas offshore, la Qatar Energy, la società statale, si sta espandendo in tutto il mondo con investimenti in Brasile, Suriname, Angola, Sudafrica e altrove. Ha negoziato un accordo di 15 anni per la fornitura di gas alla Germania. Il Paese fornirà due milioni di tonnellate di gas all’anno, dando alla Germania una misura di sicurezza energetica. Tuttavia, il gas del Qatar rappresenta una piccola frazione di quello fornito dalla Russia alla Germania e non inizierà ad arrivare prima del 2026. A giugno scorso Eni è stata selezionata da QatarEnergy come nuovo partner internazionale per l’espansione del progetto North Field East. È stato firmato il 19 giugno l’accordo di partnership per la creazione della nuova joint venture. QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%. La Joint Venture a sua volta deterrà il 12,5% dell’intero progetto Nfe, di cui fanno parte 4 mega treni Gnl con una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellate/anno (Mtpa).
Il progetto Nfe consentirà di aumentare la capacità di esportazione di Gnl del Qatar dagli attuali 77 Mtpa a 110 Mtpa. Con un investimento di 28,75 miliardi di dollari, Nfe dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e impiegherà tecnologie e processi all’avanguardia per minimizzare l’impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio della CO2. L’accordo, segna il completamento di un processo competitivo iniziato nel 2019, ha una durata di 27 anni. QatarEnergy il 12 giugno ha firmato un accordo di collaborazione con la francese TotalEnergies per l’espansione di North Field. Il Qatar ha recentemente firmato un contratto di fornitura di gas naturale alla Cina per 27 anni, il più lungo mai registrato. QatarEnergy invierà quattro milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto all’anno dal suo nuovo progetto North Field East alla China Petroleum and Chemical Corporation (Sinopec). Il Paese fornisce già alla Cina un quarto del suo gas. Insieme ad altri accordi minori, il nuovo contratto permetterà alla Cina di ridurre notevolmente la sua dipendenza dalla Russia.
Ma c’è anche il sultanato dell’Oman, che potrebbe toccare un nuovo record nelle esportazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) nel 2022. Lo riferisce il sito di informazione omanita “Shabiba”, citando un rapporto dell’Organizzazione dei Paesi arabi esportatori di petrolio (Oapec), secondo cui che le esportazioni di Gnl dell’Oman supereranno gli 11 milioni di tonnellate entro la fine di quest’anno. Già nei primi nove mesi del 2022, la produzione di gas è aumentata del 3 per cento su base annua, riferisce la stessa fonte. Nello stesso periodo di tempo, le esportazioni totali di Gnl omanite hanno raggiunto circa 8,4 milioni di tonnellate, rispetto ai 7,7 milioni di tonnellate nello stesso periodo del 2021, con un tasso di crescita anno su anno di circa il 9 per cento, “il secondo tasso di crescita più alto nei Paesi arabi”.
Infine l’Algeria, che ha un surplus di produzione di elettricità stimato in 8 gigawatt che intende esportare in Europa. Lo ha detto il ministro dell’Energia algerino, Mohamed Arkab, in dichiarazioni riportate dall’agenzia di stampa ufficiale “Aps”. La capacità di generazione di energia nazionale è di 25 gigawatt, mentre il Paese nordafricano consuma 17 gigawatt nelle ore di punta, ha aggiunto Arkab. Il ministro ha indicato che l’Algeria sta “studiando seriamente il progetto di interconnessione elettrica con l’Europa, data la sua enorme capacità di produzione di energia elettrica, che ne fa un centro energetico per eccellenza”. “Oltre alle enormi capacità di generazione di elettricità dell’Algeria, abbiamo grandi capacità di produzione di gas, petrolio e altre”, ha detto ancora Arkab nella giornata di ieri. Egli ha spiegato che il governo algerino “sta offrendo tutte le soluzioni energetiche ai partner dell’Algeria, soprattutto in Europa, per fornire energia di ogni tipo al mercato europeo”.
Anche lo scorso mese di novembre, partecipando a un convegno incentrato sull’interconnessione elettrica nel bacino del Mediterraneo per “l’integrazione regionale e la transizione verso le energie rinnovabili”, Arkab aveva detto che il progetto di interconnessione elettrica con l’Europa “è una priorità” per l’Algeria. Lo scorso mese di maggio, l’amministratore delegato della società statale algerina di gas naturale Sonelgaz, aveva parlato della possibilità di realizzare un cavo sottomarino tra Italia e Algeria, lungo quasi 200 chilometri e della capacità di circa 2.000 megawatt. Il progetto di interconnessione elettrica dovrebbe collegare la regione algerina di El Chafia, sulla costa orientale, e la Sardegna. All’epoca, il sito web d’informazione “Arab News” citava una fonte del governo italiano secondo la quale “progetto sarà finanziato dall’Ue, avrà sicuramente un impatto positivo sui sistemi energetici dell’Italia e dell’Algeria e potrebbe aiuterebbe nella situazione attuale in cui ogni Paese stava lavorando per aumentare il proprio approvvigionamento energetico”. Anche se non si conosce ancora una tempistica precisa, il governo italiano è fiducioso che “l’attivazione dell’interconnessione elettrica non dovrebbe richiedere molto tempo”.