Milano – Si è avviata in rosso la settimana delle criptovalute. L’Ethereum segna una flessione a doppia cifra e scambia a 1290 euro dopo aver già perso il 20% la scorsa settimana. Giù anche il Bitcoin che scivola del 7% a 18.406 dollari. E’ dunque fuga dal mercato delle valute digitali, in attesa dell’annuncio della Fed sui tassi di interesse, con gli investitori che si preparano alla volatilità che seguirà alla decisione della banca centrale americana, al fine di sconfiggere la piaga dell’inflazione. Questa settimana sarà caratterizzata anche dai meeting delle banche centrali di: Giappone, Regno Unito e Svizzera.
Dal canto suo, la BCE è pronta a fare qualsiasi cosa sia necessaria per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%. Lo ha ribadito oggi il vicepresidente Luis de Guindos, aggiungendo che in questo momento è fondamentale evitare effetti di secondo livello ossia una spirale prezzi-salari. Il banchiere ha spiegato che il Board non ha discusso di quale sia il tasso neutrale, cioè in grado di portare la politica ad un livello che non alimenti l’inflazione, o di una futura riduzione del bilancio.
De Guidos ha poi ribadito che la politica monetaria deve proseguire verso la “normalizzazione”, rimuovendo quindi qualunque stimolo monetario per non creare altra inflazione. Una decisa inversione di rotta rispetto a qualche tempo fa – ha ricordato – quando la politica monetaria della BCE aveva un effetto espansivo perché si proponeva di intervenire sulle ricadute della crisi causata da lockdown e dalle restrizioni anti-Covid. “La credibilità è l’asset più importante della Banca centrale, affinché l’inflazione “converga alla nostra definizione di stabilità dei prezzi, del 2% simmetrico sul medio termine”, ha aggiunto il numero due dell’Eurotower ribadendo che è “molto importante che le aspettative di inflazione restino ben ancorate”.