Milano – Nel terzo trimestre continuano a prevalere i segnali di stabilità dei prezzi delle abitazioni, ma sono divenute più diffuse, fra gli agenti immobiliari, le attese di un calo dei prezzi per il quarto trimestre. Gli operatori segnalano, inoltre, un peggioramento delle condizioni della domanda e le attese sulla situazione del mercato immobiliare si sono ulteriormente deteriorate. Sono questi i principali risultati dell’indagine della Banca d’Italia ‘Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia’, condotta presso 1.463 agenti immobiliari dal 21 settembre al 21 ottobre 2022.
“Secondo la maggioranza degli agenti nei prossimi dodici mesi l’andamento dell’inflazione al consumo inciderà negativamente sulla domanda di abitazioni e sui prezzi di vendita”, si legge nel testo. Nel terzo trimestre tempi di vendita si sono appena allungati, ma restano prossimi ai minimi storici e inferiori ai 6 mesi, e lo sconto medio sul prezzo richiesto è lievemente aumentato (fino all’8,4%, dall’8% della precedente indagine).
Secondo il preconsuntivo di Nomisma, la quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario è pressoché invariata (al 68%). I canoni di affitto correnti e attesi sono segnalati in rialzo. Diminuiscono le compravendite di abitazioni nel secondo semestre, , che stima un calo dell’8,9% rispetto al primo, dovuto soprattutto al risultato del quarto trimestre. Nel primo semestre c’è stato un aumento tendenziale del 10,1%. I prezzi nella seconda metà dell’anno sono previsti in aumento dello 0,5% dopo il +2,3% dei primi sei mesi.
L’Osservatorio sul Mercato Immobiliare parla di “chiusura della fase di crescita post pandemica e avvio di una nuova fase di arretramento conseguente all’impennata dei prezzi. La sfida – si legge nella nota – è ora quella di contenere l’arretramento nella fase avversa del ciclo economico, per poi riprendere il cammino interrotto della crescita non appena il quadro si sarà fatto meno fosco”. Nonostante il peggioramento del potere d’acquisto delle famiglie, dovuto alla crescita esponenziale dell’inflazione e alla dinamica contenuta dei salari, Nomisma rileva che “la domanda abitativa risulta ancora sostenuta, ancorché in tendenziale flessione”. Nel primo semestre, inoltre, c’è un “repentino ritorno di interesse” per le realtà maggiori rispetto ai comuni periferici.
Nel 2022, però, prosegue il buon andamento del risparmio gestito in immobili attraverso fondi immobiliari nel mondo e anche in Italia, dove è prevista una crescita del patrimonio del 10,5% nel 2022 fino a oltre 120 miliardi di euro, con 605 fondi attivi. Il Rapporto “I fondi immobiliari in Italia e all’estero” a cura di Scenari Immobiliari indica previsioni positive anche per il 2023 con oltre 630 fondi attivi e un patrimonio di 127 miliardi. A livello mondiale sono stati raggiunti 4.350 miliardi di euro di patrimonio (con un aumento annuo del 17%) di cui 1.530 miliardi in Europa (+7,3%).
“Anche nel 2022 – ha dichiarato il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia, presentando il Rapporto – il risparmio gestito in immobili ha dimostrato una ottima resilienza nonostante lo scenario post pandemico e le incertezze determinate da guerra e inflazione. Il mattone si conferma come un investimento anticiclico”. “In dieci anni gli immobili detenuti dai fondi del Vecchio Continente hanno segnato apprezzamenti di valore pari a 2,6 volte”, sottolinea Breglia. “Come emerge dal nostro rapporto – ha aggiunto il direttore generale di Scenari Immobiliari, Francesca Zirnstein – il ciclo espansivo dei fondi immobiliari del nostro Paese prosegue, con un peso del patrimonio gestito italiano sul resto dei veicoli europei che ammonta a oltre l’11%. Gli uffici sono l’asset class preferita e rappresentano il 58 % del totale del patrimonio gestito, mentre il retail si conferma al secondo posto con il 13%”.