Salgono i prezzi sulla rete carburanti: in evidenza il Gpl, per effetto dell’aumento dei prezzi di contratto per ottobre, e soprattutto il metano auto, sotto la spinta dell’impennata delle quotazioni di gas: in alcuni impianti del centro-nord Italia quest’ultimo carburante ha avuto una vera e propria fiammata superando addirittura i 2 euro al kg. Salita più contenuta per i prezzi di benzina e diesel, con le quotazioni dei prodotti in Mediterraneo che venerdì hanno chiuso poco mosse.
Secondo quanto stimato da Assoutenti, i rincari dei carburanti alla pompa producono una maxi-stangata a danno degli automobilisti per complessivi 8,5 miliardi di euro annui solo per gli effetti diretti dell’incremento dei listini.
“Oggi per i rifornimenti di benzina una famiglia spende circa 344 euro annui in più rispetto allo scorso anno, +310 euro per le auto diesel – spiega il presidente Furio Truzzi – Questo perché la verde costa oggi alla pompa il 16,3% in più da inizio anno, e il +20,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. Un pieno di benzina costa quindi +11,7 euro rispetto a inizio anno, +14,35 euro sul 2020. Il gasolio da gennaio ha subito invece un rincaro del +15,4%, mentre in un anno è cresciuto del +20,4%, con un aggravio di 12,9 euro a pieno”.
“Per gli automobilisti si tratta di una maxi-stangata per complessivi 8,5 miliardi di euro solo di maggiori costi di rifornimento, ma gli effetti si faranno sentire anche sui prezzi al dettaglio di una moltitudine di prodotti – prosegue Truzzi – L’aumento di benzina, gasolio e metano determina infatti maggiori costi di trasporto per la merce che viaggia su gomma (in Italia circa l’85% del totale dei prodotti trasportati), costi che saranno scaricati sui consumatori attraverso un rincaro dei prezzi al dettaglio”.