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domenica 10 Dicembre 2023

Bankitalia, prospettive 2023 positive ma cresce il pessimismo delle imprese

Roma – Il prospetto dell’Italia per il 2023 “resta positivo” ma decisamente inferiore rispetto a quanto previsto a luglio. Ad affermarlo è il direttore generale della Banca d’Italia, Federico Signorini, in occasione dell’Insurance Summit 2022 citando le stime della Banca d’Italia sulla crescita del PIL. “Saranno notevolmente ridotte per il prossimo” anno, ma comunque, “nella nostra proiezione di base, la variazione del PIL dovrebbe rimanere positiva nella media del 2023, perché l’economia dovrebbe tornare a crescere nella seconda metà dell’anno”. In uno scenario avverso, che presuppone un maggiore impatto e più prolungato della guerra sulla disponibilità e sui prezzi dell’energia, “l’economia continuerebbe a contrarsi per qualche altro trimestre e il PIL scenderebbe nella media del 2023”, ha aggiunto.

Nel frattempo è stata pubblicata l’Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita pubblica da Banca d’Italia che ha coinvolto le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti. In base allo studio il 77,9% delle imprese italiane ritiene che nel terzo trimestre la situazione economica del Paese sia peggiorata rispetto al trimestre precedente: solo l’1,6% ne riscontra un miglioramento. La quota di aziende che ritiene la situazione economica peggiorata è aumentata di 14 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Secondo gli analisti di Via Nazionale, “il pessimismo delle imprese sulle proprie condizioni operative nei prossimi tre mesi si è acuito, continuando a riflettere principalmente l’incertezza imputabile a fattori economici e politici e l’andamento dei prezzi delle materie prime”.

Per quasi un terzo delle aziende, infatti, le difficoltà legate al costo dell’energia sono state maggiori che nel trimestre precedente. “L’impulso della domanda, che aveva sostenuto l’attività negli ultimi trimestri, è venuto meno e le attese delle imprese non ne prefigurano una ripresa nei prossimi mesi”, hanno aggiunto. In particolare, le aspettative sull’inflazione al consumo sono cresciute in misura marcata, raggiungendo i massimi fin dall’inizio delle rilevazioni nel 1999 attestandosi, in media, al 7,5 per cento tra sei mesi (da 6,4 nella precedente rilevazione), a 6,9 tra 12 mesi (da 5,6), a 5,7 tra 2 anni (da 4,8) e a 4,9 su un orizzonte compreso tra i 3 e i 5 anni (da 4,3). Con il rialzo dei prezzi di vendita che si è rafforzato anche i listini sono stati rivisti, rispetto a un anno prima, del 9,3 per cento nell’industria, del 3% nei servizi e del 6,8% nelle costruzioni. “La crescita dei prezzi praticati dalle aziende prevista per i prossimi 12 mesi rimarrebbe sostenuta, su valori pari a 6,1, 3,7 e 6,5 per cento rispettivamente nei tre settori”.

Per il quarto trimestre dell’anno sono invece “nel complesso favorevoli” le prospettive sull’occupazione per le imprese italiane. Se nel terzo trimestre sono ulteriormente peggiorati i giudizi sulla situazione economica generale, ha rilevato Bankitalia, “le prospettive dell’occupazione nel quarto trimestre rimangono nel complesso favorevoli”. Nel dettaglio, “la quota di imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi che prevedono di espandere il numero di addetti è risultata superiore di 5,6 punti percentuali a quella di chi ne prevede una riduzione, un divario più contenuto rispetto alla rilevazione precedente (15,7). Le attese sono più favorevoli nel comparto delle costruzioni, dove il saldo è aumentato lievemente a 11,7 punti percentuali (10,8)”.

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