Roma – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un’istruttoria nei confronti di TIM per verificare un possibile abuso di posizione dominante nell’ambito della gara indetta da Consip per la fornitura di servizi di telefonia mobile per la PA. Lo si legge nel bollettino settimanale dell’Antitrust, dove viene anche segnalato l’avvio di un procedimento cautelare per verificare l’eventuale necessità di adottare misure cautelari “atte a ripristinare e mantenere condizioni concorrenziali nel mercato interessato”. Oggetto della gara è la fornitura di servizi di telefonia mobile e servizi connessi e opzionali per la PA, nella misura massima di 1,4 milioni di utenze per una base d’asta pari a 235 milioni di euro. Il termine per la presentazione delle offerte, inizialmente fissato al 14 novembre 2022, è stato già prorogato in due occasioni, prima al 5 dicembre 2022 e in seguito al 21 dicembre 2022, dalla stazione appaltante sulla base di richieste di chiarimenti, al fine di garantire la massima partecipazione degli operatori.
L’istruttoria è nata da un’istanza presentata il 31 ottobre 2022 da Fastweb, che ha comunicato l’impossibilità di formulare la propria offerta tecnica in ragione di presunti comportamenti ostativi da parte di TIM. “Infatti, mentre Wind Tre ha prontamente ottemperato alla richiesta di accesso alle proprie mappe, TIM avrebbe negato l’accesso alle proprie mappe opponendo ragioni di riservatezza commerciale dei dati e proponendo alcune soluzioni alternative”, si legge nel bollettino. “La mancata ostensione a Fastweb delle mappe di copertura da parte di TIM potrebbe essere suscettibile di costituire un abuso di posizione dominante avente ad oggetto e/o per effetto di limitare la concorrenza nel mercato”, scrive l’AGCM.
Sempre ieri AGCM ha stabilito che l’acquisizione del controllo esclusivo di Net Insurance da parte di Poste Vita non ostacola in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati e non comporta la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante. Non sarà quindi avviata alcune istruttoria. La compagnia assicurativa vita del Gruppo Poste Italiane ha comunicato a fine settembre l’intenzione di promuovere un’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria per cassa sulle azioni ordinarie e sui Warrant di Net Insurance, compagnia assicurativa quotata su Euronext STAR Milan.
L’IVASS ha evidenziato come l’operazione non sia in grado di alterare l’equilibrio concorrenziale dei mercati della produzione e distribuzione dei prodotti assicurativi vita e danni. L’AGCM ha fatto notare, con riferimento ai mercati della produzione di prodotti assicurativi danni, che l’entità post merger verrà a detenere, in ciascuno di essi, una quota congiunta inferiore al 5%. Nella distribuzione, le quote aggregate sono inferiori al 5%. Riguardo ai mercati della produzione di prodotti assicurativi vita, nel ramo I Poste Vita è il primo operatore, con una quota di circa il 26%, ma la target ha una quota del tutto marginale, significativamente inferiore all’1%. Nel ramo IV la quota aggregata dell’entità post merger è di poco superiore al 5%. Per quanto riguarda la distribuzione, in un’ampia maggioranza delle province la quota aggregata risulta inferiore, spesso anche significativamente, al 30%, in pochi casi al 35%, o al 40%.
La Commissione europea, invece, ha comunicato a Meta (società che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp) che probabilmente sta violando le leggi antitrust dell’UE, distorcendo la concorrenza nei mercati degli annunci online e abusando della propria posizione dominante. In particolare, la Commissione ritiene che Meta abbia collegato il proprio servizio di annunci online, Facebook Marketplace, al suo social network personale, Facebook. Inoltre, teme che Meta stia imponendo condizioni commerciali sleali ai concorrenti di Facebook Marketplace per conseguire un vantaggio. L’Antitrust europeo ha emesso un cosiddetto “Statement of Objections”, aprendo la strada a potenziali multe o modifiche al modello di business dell’azienda. La comunicazione degli addebiti non pregiudica l’esito di un’indagine, ha chiarito la Commissione, aggiungendo che, se dovesse concludere che si tratta di una violazione, potrebbe imporre una multa fino al 10% del fatturato globale annuo della società.
La Commissione pensa che Meta abbia abusato delle proprie posizioni dominanti in due modi. In primo luogo, gli utenti di Facebook hanno automaticamente accesso al Marketplace di Facebook, che lo vogliano o meno. La Commissione teme che i concorrenti di Facebook Marketplace possano essere preclusi in quanto il collegamento conferisce a Facebook Marketplace un vantaggio di distribuzione sostanziale che i concorrenti non possono eguagliare. In secondo luogo, Meta impone unilateralmente condizioni commerciali sleali ai servizi di annunci online concorrenti che fanno pubblicità su Facebook o Instagram. La Commissione teme che i termini e le condizioni, che autorizzano Meta a utilizzare i dati relativi agli annunci derivati dai concorrenti a vantaggio del Marketplace di Facebook, siano “ingiustificati, sproporzionati e non necessari per la fornitura di servizi di display advertising online sulle piattaforme di Meta”.